La Villica Domus di Montebello nel 1769…

Montebello

… E  GAETANO SALVI TESORIERE ED APPALTATORE DELLE DOGANE DEL PATRIMONIO A TOSCANELLA

Nel 1700 anche la Tenuta di Montebello nel territorio di Toscanella era proprietà dello Stato Pontificio e faceva parte della dogana per il pascolo del bestiame transumante che vi svernava,  provenendo dai paesi dell’Appennino umbro e marchigiano. Gli allevatori pagavano la fida per ogni loro capo introdotto in Maremma. La Reverenda Camera Apostolica gestiva le entrate e le uscite dello Stato e la nostra provincia si chiamava Patrimonio di san Pietro in Tuscia.

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Il 4 ottobre 1766 Carlo Rezzonico, cardinale della Santa Romana Chiesa, camerario cioè camerlengo amministratore della Reverenda Camera Apostolica, pubblicò un editto per cui tutti i forestieri che coltivavano i terreni a Toscanella, in proprietà o in affitto, potevano usufruire dei pascoli della Comunità per il loro bestiame  in tutto il periodo della semina . Il 17 agosto 1767 fu stipulato un contratto con Gaetano Salvi appaltatore delle Dogana e della tesoreria del Patrimonio. Egli assunse l’affitto per 10 anni dei terreni di Campo Villano, Valvidone e San Lazzaro nei quali seminò 400 rubbi (740 ettari) ogni anno e di San Giusto, Pian di Mola, Comunella, Petrella e Pian di Vico per i pascoli. Pagò al Comune 3.200 scudi l’anno ed ai proprietari privati dei terreni mezzo terratico. Nei seguenti nove anni la semina fu di 200 rubbi (370 ettari).

Egli inoltre già gestiva i terreni della Reverenda Camera Apostolica nelle località Carcarella, Castel Ghezzo, Pian di Arcione, Montebello e San Savino per rubbi 3.336 (6.172 ettari). In totale Gaetano Salvi gestiva 5.703 rubbi ( 10.550 ettari). Il 18 ottobre 1767 alla presenza del gonfaloniere Lorenzo Miniati e  degli altri  consiglieri  si affrontò l’argomento  delle Doganelle che si volevano privativamente godere dal nuovo affittuario dei Terzi. Nella lite Gaetano Salvi affittuario dei Terzi di questa Comunità  introduceva i bestiami  nell’erbe dette le Doganelle dove passavano i transumanti.

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I consiglieri allora decisero di far valere le ragioni che alla stessa Comunità appartenevano  le Doganelle e i Pascoli di esse . Nella Depositaria di Toscanella si legge che dal 1° maggio 1768 al mese di aprile 1769 fu amministrata da Benedetto Turriozzi e le entrate furono di scudi 2.000 da parte di Gaetano Salvi e compagni affittuari dei terzi per l’affitto delle erbe e scudi 1.200 per il primo anno del loro affitto dei terzi rispettivamente per la terziera  di Pian di Vico.  Il 7 giugno 1768 davanti al gonfaloniere Giuseppe Ricci e ad agli altri consiglieri si parlò della dispensa del suddetto Affittuario in rapporto all’appalto della Pizzicheria di questa Comunità, perché aveva il  beneficio di pagare  scudi 30 annui senza obbligazione però di sorta alcuna  circa il mantenimento della merce, né della  bottega pubblica.

I Signori di Magistrato trasmisero degli Editti  nelle altre città e paesi per affittare, per un nuovo triennio da iniziare in novembre a venire, le due  pizzicherie e comparare le offerte.

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A Montebello  nel lato nord del grande padiglione,  in un’iscrizione del 1769 si legge:

”NE AD AGRI INSTRUCTIONEM ET CULTURAE COMMODITATEM QUIDQUAM DEESSET HANC VILLICAM DOMUM HORREA SACELLUM R. CAMERA AP. SUIS SUMPTIBUS EXTRUIT FECIT AN. SAL. MDCCLXIX CURANTE CAIETANO SALVI THESAURARIO AC DOHANARUM PATRIMON. CONDUCTORE“

affinché non mancasse qualsiasi strumento per l’ordinamento del territorio e per il vantaggio dell’agricoltura la Reverenda Camera Apostolica a sue spese costruì questa dimora di campagna, i magazzini, la cappella. Si fece nell’anno della salvezza 1769 con la direzione di Gaetano Salvi tesoriere ed appaltatore delle Dogane del Patrimonio. Pertanto egli dal palazzo del terziere di Poggio in Toscanella gestiva l’amministrazione contabile e da Montebello organizzava tutta la transumanza nei territori della provincia di Viterbo  e della parte settentrionale dell’attuale provincia di Roma.  Nel periodo dal primo maggio 1769 a tutto aprile 1770 Pietro Paolo Brunacci per il comune  riscosse da Gaetano Salvi  l’affitto delle terre comunali.

Mauro Loreti