Vignanello e Vallerano uniti per la Pace

Vallerano Vasanello

Ad un anno preciso dallo scoppio del conflitto in Ucraina, Vignanello e Vallerano hanno voluto dedicare un intero pomeriggio alla pace. L’occasione è stata l’intitolazione a Gino Strada della rotonda, che segna il passaggio naturale tra i due comuni ma ubicata nel territorio di Vallerano. Presenti all’evento, i rappresentanti delle associazioni locali, il Sindaco di Vallerano Adelio Gregori, la vicesindaca di Vignanello Sabrina Sciarrini, la consigliera Ilenia Pizzi e la Presidentessa dell’ANPI Cimini Silvana Scipioni che insieme hanno scoperto le targhe. A fare da cornice i fantastici striscioni dipinti dai bambini e dalle bambine nel laboratorio “semini di pace”, coordinato dai giovani volontari e dai ragazzi del servizio civile. 

A seguire, in sala consigliare a Vignanello, si è parlato di pace e a moderare il presidente dell’ARCI “Il Cantinone” Angelo Anselmi promotore dell’evento.  Pietro Protasi del Direttivo Nazionale Emergency ha messo in risalto che Gino Strada non amava definirsi un “pacifista” ma che era semplicemente contro la guerra come strumento per dirimere i conflitti perché, in quanto medico, curava gli ammalati e i feriti di tutte le guerre e ogni vita umana aveva un valore per lui. Piu volte è emerso il principio che non esistono guerre di bassa, media o alta intensità; esistono solo guerre e vittime civili. Presente sia all’inaugurazione che in sala, Marco Trulli dell’ARCI Viterbo che ha sottolineato l’importanza dell’impegno anche a livello locale nell’accoglienza dei rifugiati. Nel corso del pomeriggio sono stati letti da Sara Forliti alcuni passi tratti dagli scritti di Gino Strada e il gruppo Soundwave ha suonato e cantato “Immagine” di John Lennon.

Intensa la testimonianza di due donne afgane, madre e figlia, che hanno raccontato di come hanno convissuto con la minaccia costante del regime talebano e descritto il drammatico momento della fuga dal loro paese.   Per P.H. e M.H. accolte nel progetto SAI (Sistema di Accoglienza e Integrazione) gestito dall’ARCI solidarietà Viterbo, la paura si è fatta coraggio di reagire e resistere perché se la libertà di pensiero e di espressione in alcuni paesi richiedono di essere ancora conquistati con grave tributo di sangue, in altri devono essere vigilati e preservati perché sono diritti irrinunciabili e inalienabili dell’umanità.