In questi giorni si sta parlando di nuovo, ma in termini più concreti, della valorizzazione dell’aeroporto militare di Viterbo anche in chiave civile. La notizia è sicuramente importante e la nuova realtà, che si va costituendo, è senz’altro valida per lo sviluppo e la valorizzazione dell’intera Provincia.
Di pari passo emerge però che l’aeroporto deve avere, sia con una fitta relazione con lo scalo di Roma che con il resto d’Italia, pertanto serve la realizzazione di altre strutture per la mobilità come le autostrade o le linee ferroviarie.
La linea ferroviaria Viterbo-Montefiascone-Attigliano-Orte-Roma, partendo dalla stazione di Porta Fiorentina, permette di raggiungere Roma Termini, cuore della capitale in novanta minuti dopo che, tre anni fa, questa linea è stata completamente rifatta.
Diventa necessario rispolverare il vecchio progetto, elaborato quando ero presidente della Consulta dei Pendolati del Lazio, che prevedeva una deviazione-raccordo di questa linea all’altezza del complesso della fiera di Viterbo, superando la Cassia, giungendo fin dentro l’aeroporto.
Questa ipotesi fu condivisa da diversi enti pubblici e la stessa Regione Lazio, in una visione più ampia, ipotizzava lo spostamento della stazione di Porta Fiorentina proprio in quella zona con tutta una serie di conseguenze positive come dare respiro alla città di Viterbo. Rimango a disposizione di tutti coloro che vogliono ulteriori informazioni in merito.
Con questa operazione l’aeroporto di Viterbo, nella stazione di Orte avrebbe trovato un suo più ampio collegamento con l’Umbria, e la Toscana e tutto il resto d’Italia sfruttando anche i treni ad alta velocità che in Orte troverebbero una giustificata fermata d’interconnessione.
Pietro Brigliozzi
