«Illuminante l’articolo apparso sull’ESPRESSO del 29 agosto, che affronta la tematica dell’invasività delle politiche di aggressione al territorio da parte della filiera del fotovoltaico.
Anche perchè – sottolinea ARCI Caccia Viterbo – il Viterbese è citato come caso emblematico come provincia “riempita di pannelli fotovoltaici” .
Ma i cacciatori, veri guardiani dell’ambiente e del territorio ogni periodo dell’anno e scarponi a terra, lo sanno bene.
Vale però la pena sottolineare che in assenza del Piano gestionale nazionale Tortora (omissione peraltro deliberatamente riconducibile al MITE ) è calata la ghigliottina della sospensione immediata ed assoluta della attività di prelievo in preapertura.
Per la devastazione invece di migliaia di ettari di buon terreno, sottratto all’agricoltura e foriero di un impatto devastante non solo dal punto di vista paesaggistico ma anche e tanto dal punto di vista faunistico ed ambientale in genere, la mancanza dei Piani di localizzazione nazionale e regionali non ha rilievo, anzi si emanano silenziosamente provvedimenti normativi ed amministrativi che allargano le già ampie maglie che consentono questi scempi.
La politica dei due pesi e delle due misure grande come gli interessi che ci stanno dietro.
Con buona pace dell’ambiente e della fauna. L’ISPRA dov’è?
Ed aggiungiamo anche: e gli ATC che stanno in piedi coi soldi dei cacciatori (che gli altri poi amministrano), che per Statuto “possono svolgere ogni attività connessa con la tutela e conservazione del territorio e dell’ambiente“, che hanno fatto, che stanno facendo, che pensano di fare?
E’ una questione di coerenza e vera difesa dell’ambiente che va posta e che porremo con forza nelle sedi deputate».