Ferento, martedì 17 agosto la commedia “Càsina” di Plauto

Ferento

La commedia “Càsina” di Plauto nell’interpretazione di Mariano Rigillo e Anna Teresa Rossini per la regia di Carlo Emilio Lerici andrà in scena martedì 17 agosto (ore 19,30), nell’antico teatro romano. E’ lo spettacolo conclusivo della 56a stagione estiva di Ferento -– Tramonti in scena organizzata da Consorzio Teatro Tuscia con il sostegno del Comune di Viterbo, della Fondazione Carivit e dell’Ance di Viterbo e con la direzione artistica di Patrizia Natale.

“Le allegre comari di Plauto” sarebbe forse il titolo più adatto a raccontare questo nuovo allestimento della celebre commedia intitolata Càsina, protagonista della quale si sente solo parlare poiché non appare mai in scena. E il richiamo a Shakespeare non è casuale, vista l’evidente simmetria tra la vicenda plautina e la commedia di Falstaff.

La Càsina è l’ultimo progetto al quale Antonio Salines si è dedicato prima della sua improvvisa scomparsa, avvenuta lo scorso 22 giugno.

Per onorare il lavoro da lui iniziato, il suo caro amico Mariano Rigillo si è reso da subito disponibile a prendere il ruolo del protagonista Lisidamo, originariamente destinato proprio a Salines, e a farlo proprio. Lo accompagna un cast di comprovata energia brillante che vede Anna Teresa Rossini, Valentina Martino Ghiglia e Susy Sergiacomo nei ruoli delle tre astute comari, Roberto Tesconi, Fabrizio Bordignon nei ruoli dei due servi litigiosi e Tonino Tosto nel ruolo dell’amico condiscendente. I costumi, a suggerire un’immagine che idealmente unisce le due epoche, sono di Annalisa Di Piero. Le musiche sono firmate da Francesco  Verdinelli.L’adattamento e la regia sono di Carlo Emilio Lerici. Lo spettacolo è ovviamente dedicato ad Antonio Salines, fondatore e direttore artistico del Teatro Belli.

Quando Plauto scrive “Casina” è ormai celeberrimo. Scritta sicuramente dopo lo scandalo dei Baccanali del 186 a. C. è l‘ultima commedia del commediografo che morirà due anni dopo.

La trama è presto detta: Càsina, orfana cresciuta da Lisidamo e da sua moglie Cleòstrata, diventa una splendida fanciulla concupita sia da Lisidamo che da suo figlio. Non potendo sposare Càsina essi stessi, Lisidamo in quanto già sposato e suo figlio perché la fanciulla è una schiava, tentano entrambi di combinare delle nozze di copertura ciascuno con un servo fedele (Olimpione e Calino) così da poter godere della fanciulla senza problemi. Ovviamente la scaltra Cleòstrata, compreso il piano del marito, con l’aiuto dell’amica Mirrina e della serva Pardalisca, riuscirà a sbeffeggiarlo a dovere e a farlo vergognare a tal punto da pentirsi di aver desiderato un’altra donna.