Presentata a Palazzo papale “Agenda 2023”

Agenda 2023

Con i personaggi e le famiglie tratte da “Gente di Tuscia”

Nella Sala delle biblioteche del Centro diocesano di documentazione di Viterbo è stata presentata una assoluta novità per la Tuscia: Agenda 2023.

E’ un’agenda che riporta, per ogni giorno dell’anno che verrà, una breve biografia di un personaggio o di una famiglia che ha lasciato evidenti tracce nella storia della Tuscia nei secoli passati. Ci sono nomi famosissimi accanto a nomi sconosciuti, tutte persone che sono nate nel nostro territorio oppure hanno operato qui per anni lasciando testimonianze importanti del loro passaggio. Ci sono cardinali, vescovi, generali, sindaci, pittori, musicisti, eroi di guerra, architetti, commercianti, imprenditori, artigiani accanto a santi e venerabili, storici ed eruditi, sacerdoti e laici. E non solo tutta la Tuscia è stata interessata da queste biografie ma anche i territori limitrofi: dal Lago di Bracciano a Civitavecchia, dal grossetano all’orvietano. E quando non siamo riusciti a trovare nessuno nato in quel giorno ci abbiamo messo brevi sintesi della storia delle famiglie più importanti che hanno illustrato con la loro attività questo territorio.

L’innovazione di Agenda 2023 è stata resa possibile utilizzando quanto è stato pubblicato sino ad oggi nel portale www.gentedituscia.it che il Centro di ricerche per la storia dell’Alto Lazio ha avviato nel 2018 e che ad oggi raccoglie oltre 2500 schede biografiche e immagini di uomini e donne della Tuscia.

Il lavoro è nato da un progetto del prof. Luciano Osbat, Presidente del Centro di ricerche per la storia dell’Alto Lazio e creatore del sito www.gentedituscia.it. Fondamentale è stata la collaborazione di Celestina Lini che ha selezionato e raccolto il materiale poi confluito in Agenda 2023.

La pubblicazione è stata resa possibile grazie ad un contributo della Fondazione CARIVIT che fin dall’inizio ha appoggiato con entusiasmo l’iniziativa.

Agenda 2023 è stata distribuita alle istituzioni pubbliche oltre che ai soci del Centro di ricerche per la storia dell’Alto Lazio che l’aveva promossa.