Rapcalling accende un riflettore sulla musica rap viterbese

Nonostante «manchino dei luoghi di aggregazione per i ragazzi che vivono la cultura hip hop», un movimento giovanile pieno d’intraprendenza ha creato un movimento di diffusione di musica rap, fondato da Dario Ubaldini

La cultura di una città, nel caso specifico di Viterbo, è anche e soprattutto quella giovanile; la peculiarità distintiva di questa cultura, rispetto ad altre meno variegate, è la gran quantità di sfaccettature che essa assume e la sua perpetua creazione, forse per via di un coraggio e di un’intraprendenza che nell’universo del pragmatico d’ogni giorno vengono cancellati, o dimenticati.

Degna di nota è l’esperienza di Rapcalling, fondata da Dario Ubaldini e che sta riuscendo a unire una gran quantità di giovani artisti legati dalla passione per il genere rap, cercando di portare questo settore musicale viterbese a espandersi e comunicare con lo stesso di altre realtà italiane.

Una realtà spesso poco considerata dai media, sebbene tra i giovani sia una di quelle che prevale: forse per via di un attaccamento tradizionalista a generi ormai superati, forse per via di una mentalità avversa al nuovo, o magari, semplicemente, per un incancellabile pregiudizio generale che a oggi sembra non reggere più.

Per questi motivi è sembrato quantomeno corretto dar voce, in contesti non soliti concederla, a colui che sta generando questo nuovo movimento, il suddetto Ubaldini, portavoce, in un certo senso, oltre che dell’esperienza personale, di tutti i ragazzi che formano questo settore.

  • Come nasce e cosa è Rapcalling?

Rapcalling nasce nella mia testa un paio d’anni fa, da quando iniziai a frequentare gli studi musicali con i rapper, ho sempre pensato che sarebbe stato bello vederli esibirsi in un 64 Bars allestito in studio.

Ho pensato più volte a come strutturarlo: avevo le idee, avevo la videocamera, ma gli studi che frequentavo erano sempre molto “casalinghi”, e non ne sarebbe uscito un prodotto professionale, quindi ho aspettato; questo fin quando un amico mi disse «Hey ma perché non lo fai alla 8 Hertz?». Da lì l’illuminazione. Sono andato a vedere lo studio e a parlarne con Frankie, il ragazzo che lo gestisce, il quale si è detto subito molto gasato dall’idea, tanto da concedermi il posto. Quindi, ora che il posto c’era, potevo realmente farlo. Da quel momento ho chiamato i rapper. Ho riflettuto molto su chi chiamare per questa prima edizione.

Ne conosco tanti in città, per molti di loro realizzo video musicali, ho fatto una lista di artisti che stimo artisticamente, li ho chiamati ed ho proposto Rapcalling.

Ad ognuno di loro ho dato carta bianca sul produttore da portare in studio, ed è così che abbiamo coinvolto altri musicisti: infatti, nei video, sono sempre in due: uno rappa, l’altro ha prodotto il beat.

  • Quindi loro si occupano di produrre la traccia. E gli altri ruoli da chi sono ricoperti?

Esatto, la traccia è opera loro. Il video girato in studio è opera mia, sono io che effettuo riprese e montaggio, poi lo faccio uscire sul canale e gestisco i vari social.

Ci sono vari sponsor che mi supportano.
Se posso pubblicizzare così tanto il format, e se ora in varie zone d’Italia conoscono Rapcalling,

è grazie a loro. Che hanno creduto in me ancor prima che esistessero i video, quando ancora c’era solo l’idea.

  • Credete di essere la prima realtà seria nel contesto della musica rap viterbese?

Sicuramente lavoriamo in maniera seria. E lavoriamo per accendere un riflettore sulla musica rap a Viterbo: gli artisti che ho chiamato hanno risposto tutti in maniera professionale e con delle canzoni veramente di livello, che hanno permesso a Rapcalling di essere notato.

Se Rapcalling viene visto con prestigio, ci conoscono in città ed ora vogliono partecipare da tutta Italia, vuol dire che stiamo lavorando bene.

  • Quindi Rapcalling è una realtà viterbese o vuole uscire dalla città?

Rapcalling nasce a Viterbo, e i primi artisti a dargli voce sono i viterbesi.
Abbiamo dei talenti in provincia, la scena rap c’è e voglio far vedere chi la sta portando avanti.

Non tutti si rendono conto della qualità che c’è in città, ma presto lo sapranno.

Loro stessi, gli artisti, non si conoscevano tutti fra loro. Alcuni ora hanno stretto contatti e collaborano. Sta crescendo il movimento in città, se ne stanno accorgendo tutti.

Siamo solo all’inizio, rapper a centinaia di chilometri di distanza già lo notano e chiedono di partecipare, e questo mi rende davvero contento. In fin dei conti connettere Rapcalling ad un’altra città vuol dire far crescere il movimento.

  • Cosa credete che manchi a Viterbo, in ambito musicale e culturale? È concesso, secondo voi, abbastanza spazio agli artisti emergenti?

Lo spazio ce lo stiamo creando. È vero che in città mancano dei luoghi di aggregazione per i ragazzi che vivono la cultura hip hop, questo è sempre mancato.

Sicuramente manca uno spazio che dia i microfoni a questo movimento.

E che permetta a questi ragazzi di fare la musica dal vivo.

Non gli serve nessuno che gli dia voce, questi ce n’hanno e hanno cose da dire, manca un microfono ed un palco per valorizzare la cultura che questi ragazzi stanno portando.

Confido che la città si renda conto del valore aggiunto che stanno portano questi ragazzi.

  • Saluta i lettori con una rivelazione sui vostri prossimi progetti.

Ai lettori posso dire che abbiamo appena iniziato, che abbiamo progetti concreti e che stiamo cercando di dare voce alla provincia. Rapcalling è appena iniziato, ci trovi su Instagram e su YouTube: seguiteci e supportateci con l’iscrizione al canale, se credete che ce lo meritiamo.

CLICCA QUI PER ASCOLTARE: https://www.youtube.com/channel/UCOLgBOTA6ENVXxCBpnDB4ww

Simone Chiani