Roccalvecce, un grido disperato…

«Ed eccoci di nuovo qui, ancora una volta a denunciare la “malagestione” della cosa pubblica, ora però si aggiunge emergenza all’emergenza.

Roccalvecce – spiega Mario Burla – è un piccolo borgo, pochi i residenti soprattutto anziani ed in quanto tali fragili.

Nel corso degli anni è stata più volte evidenziata l’assenza pressochè totale dell’amministrazione pubblica: la strada principale, via Maiocchi, versa in uno stato “comatoso”, una strada lastricata di pietra basaltina, preziosa e insostituibile, viene costantemente oltraggiata da “toppe” di asfalto ogni qualvolta si distaccano delle pietre per l’assenza di manutenzione.

Oramai è diventata abitudine, anche da chi interviene per conto del Comune, “rattoppare” con il catrame, dopo un intervento di manutenzione, il prezioso basolato e lasciare al margine della strada le pietre, è quanto successo proprio oggi dopo un intervento in emergenza sulla rete idrica.

Questo succede da molto tempo e in questo tempo si è anche verificato che un congruo numero di pietre cambiasse proprietario, procurando danno irreparabile alla comunità tutta, e va ricordato che il centro storico di Roccalvecce è sottoposto a severi e giusti vincoli architettonici e paesaggistici.

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Le proprietà immobiliari del Comune sono nel degrado più assoluto, la non agibilità della ex scuola elementare sta per generare la chiusura dell’ambulatorio del medico di famiglia, servizio essenziale per chiunque ma soprattutto per la popolazione anziana che sarà costretta a doversi fare accompagnare  in un altro paese, affidandosi alla buona volontà di altri, questo già succede da tempo per i servizi postali, che per gli stessi motivi, hanno chiuso lo sportello aperto solo per due giorni alla settimana e per la spesa alimentare.

Nel paese non c’è l’ombra di una qualsiasi attività commerciale, la spesa giornaliera, il medico, i servizi postali, che dovrebbero essere in qualche modo garantiti a chi ha raggiunto un’età venerabile, invece sono negati, capite benissimo che essere “anziani” a Roccalvecce, o solo residenti, è molto difficile.

Poi si dovrebbe parlare della manutenzione del verde, della pulizia dei luoghi pubblici ecc. ecc. ma non voglio tediarvi di più.

A questo quadretto idilliaco, si è aggiunto in questi giorni il crollo di un edificio lungo la strada di accesso al paese, conseguenze ? Il servizio di trasporto pubblico non arriva più al paese, la raccolta dei rifiuti diventa problematica e gli spostamenti privati lunghissimi, praticamente i residenti sono isolati dal mondo esterno.

E se dovesse arrivare un’ambulanza? O i vigili del fuoco? Aspettiamo che la tragedia si abbatta su questa piccola comunità, è solo una questione di tempo.

Chiudo con una preghiera, a voi amministratori dimessi, a voi politici in attesa di essere eletti, per favore, siamo stanchi delle promesse, dei “faremo”, del “bisogna fare la delibera”, non venite ad elemosinare il consenso, tanto ne abbiamo poco da offrire, lasciateci spegnere così, con dignità, con quella dignità che contraddistingue chi il pane se lo è guadagnato col sudore della fronte, lasciate morire così un paese che ha una lunga storia da raccontare, che potrebbe essere una splendida opportunità per Viterbo ma rimane da sempre inascoltata».