Route21, si è concluso a Viterbo il tour in moto con i ragazzi Down

Route21

Ad accoglierli il sindaco Arena e il vescovo Fumagalli

 

Grande festa a Viterbo per la tappa finale della Route21. Dopo aver percorso la Penisola da nord a sud, il giro dell’Italia in moto con i ragazzi Down organizzato dall’associazione Diversa-Mente di Verona si è concluso ieri, domenica 3 ottobre, presso la concessionaria Harley Davidson della città laziale.

Ad accogliere Gian Piero Papasodero, vicepresidente dell’associazione e ideatore del progetto, e i sette ragazzi che hanno partecipato alla Route21, c’erano familiari e amici che hanno dato loro il benvenuto. Presenti anche il sindaco di Viterbo Giovanni Maria Arena, il vescovo Lino Fumagalli, il direttore del Viterbo Chapter Giovanni Zanobi, la presidente di Diversa-Mente Nicole Wederich e il presidente onorario Salvatore Turrisi.

“La comunità locale è molto sensibile ai temi della disabilità e dell’inclusione – ha commentato il sindaco Arena – Faccio i miei complimenti alla Route21 e a Gian Piero Papasodero. Come amministrazione siamo impegnati in diversi progetti a sostegno dei ragazzi diversamente abili e delle loro famiglie”.

Anche monsignor Fumagalli ha parlato della necessità di venire incontro alle esigenze delle persone disabili, chiedendo maggiori investimenti alle istituzioni affinché le famiglie non siano lasciate sole.

“Vedere il vostro volto bello e sorridente è la gioia più grande che possiamo avere”, ha detto il vescovo ai protagonisti della Route21, con i quali si è intrattenuto diversi minuti prima della conferenza stampa, rivolgendo loro parole di incoraggiamento e impartendo la sua benedizione.

Nata come un viaggio tra amici e poi trasformatasi in un progetto dalla grande valenza sociale, la Route21 ha l’obiettivo di sottolineare che non esistono diversità ma opportunità e che ognuno può raggiungere i propri obiettivi.

“Siamo arrivati al termine del viaggio, anche la settima edizione della Route21 ci ha regalato grandissime emozioni – ha commentato Gian Piero Papasodero, il biker che ogni anno porta i ragazzi con sé in moto – In questo mese ho visto molti di loro fare progressi, autodeterminarsi come persone, superare limiti che prima sembravano invalicabili. Lo scopo della Route21 non è soltanto far viaggiare i ragazzi ma soprattutto far capire agli altri che, se inseriti in contesti di vita quotidiana e opportunamente stimolati, possono scoprire le loro qualità e trovare il loro posto nel mondo”.

A commuovere veramente la platea è stato l’intervento di Angela, la mamma di Federico Neri, il primo ragazzo che sette anni fa ha intrapreso il viaggio in harley con Papasodero, inaugurando ufficialmente la Route21.

“Si è parlato di normalità – ha affermato – io vorrei aggiungere un’altra parola: dignità. Attraverso l’interazione con gli altri, ma soprattutto attraverso il lavoro, questi ragazzi devono riscoprirsi degni, utili per la società. Non basta che siano contenti e sorridenti, occorre che siano soddisfatti della propria vita e delle persone che sono”.

Partita il 4 settembre da Cervia, in provincia di Ravenna, nel suo lungo viaggio la Route21 ha percorso circa 10mila chilometri e toccato ben 25 città. I ragazzi si sono alternati in una sorta di staffetta che li ha visti tutti riuniti per la tappa conclusiva del viaggio. Lungo il tragitto amici e sostenitori si sono uniti alla spedizione per percorrere qualche chilometro della Route.

Giunta alla settima edizione, la Route21 Chromosome on the Road prende ufficialmente il via nel 2015 con l’obiettivo di sfidare l’omologazione che spesso incasella i ragazzi affetti da sindrome di Down e lasciar emergere il carattere e le peculiarità di ognuno.

Il nome dell’iniziativa è emblematico e richiama il mito americano della Route 66, la famosa autostrada che attraversa gli Stati Uniti da est a ovest, percorsa per decenni da automobilisti e motociclisti. Ma in questo caso c’è una connotazione particolare, il 21, che fa riferimento a quel cromosoma in più della sindrome di Down.