Tavolo per la Pace Viterbo: «Triste epilogo per la cittadinanza onorari ai bambini nati in Italia in Provincia»

«Nei giorni scorsi (il 24 novembre) è stato presentato in sede di Consiglio Provinciale una proposta di deliberazione, inerente il riconoscimento, alle bambine e ai bambini nati in Italia da famiglie straniere, di una forma simbolica di cittadinanza, definita anche onoraria in moltissime situazioni analoghe. Oltre 600 in Italia gli enti locali, soprattutto amministrazioni comunali, grandi e piccole, che hanno presentato e approvato provvedimenti simili a quello che, nella suddetta aula provinciale, purtroppo, non è stato nemmeno discusso.

Da molti anni il Tavolo per la Pace di Viterbo lavora per condividere con la comunità una riflessione sulla questione.

Mediamente in Italia vivono un milione di minori stranieri, cosiddetti “di seconda generazione”, dei quali il 75% nati in Italia, i restanti giunti in tenera età.

Tra questi oltre 500.000 sono seduti sui banchi di scuola, rappresentando quasi i due terzi dei circa 850.000 alunni stranieri complessivi che frequentano le scuole italiane (quasi ormai il 10% del totale degli scolari).

Un patrimonio, vista la scarsissima natalità nel nostro paese, da coinvolgere e rendere attivo e responsabile. Ma poiché la politica a livello nazionale non è in grado di risolvere il “problema”, da molti anni alcune comunità intraprendono il percorso della CITTADINANZA ONORARIA, che suggerisce, essenzialmente, un momento di riflessione, un riconoscersi in una comunità accogliente che non lascia ai margini nessuno, almeno idealmente e culturalmente, soprattutto se chi nasce si sente italiano da sempre, anche se figlia o figlio di genitori stranieri. Uno stimolo che da tempo la società civile, prima tra tutti l’UNICEF, rivolge ai governi affinché venga riformata la legge 91/1992 sulla cittadinanza, orientandola, finalmente ai principi della Convenzione ONU sui Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza.

La proposta del Tavolo per la Pace di Viterbo è stata da tempo (quasi due anni) presentata anche all’Amministrazione Provinciale ed al presidente Nocchi, ma una serie di rinvii e ulteriori valutazioni hanno rallentato il percorso di presentazione. Fino al paradosso di veder inserito nel testo un fuorviante ringraziamento per il valore dell’esperienza dell’occupazione armata in Afghanistan, che oggi – come negli ultimi 20 anni – è alla base di una drammatica emergenza, anche migratoria, senza precedenti.

Doloroso constatare che le reiterate richieste del Tavolo siano state prese a pretesto per diatribe partitiche ed elettorali.

Un ulteriore segno, nella storia delle amministrazioni viterbesi, dell’incapacità di essere comunità intorno a valori condivisi, fosse anche solo quello del confronto e dello scambio civile e responsabile delle proprie opinioni, anche quando diverse.»

Associazione Tavolo per la Pace Viterbo