Viterbo ha abbracciato Dante

Dante

Cinque ore di Dante, dalle 18 – con le vampe del sole in attenuazione – alle 23 con il fresco della sera, a ritmo serrato e cadenze puntuali, ogni mezz’ora per dieci volte, tra chiostri e chiese di Viterbo, per commemorare i 700 anni della morte del Poeta (13 Settembre 3021), dalla Selva Oscura, alla Vergine Madre, Figlia del tuo Figlio, a fronte di uno stuolo di appassionati di ogni età a seguire le tappe della narrazione, ascoltare in silenzio e ricordare.

Sindaco Arena subito in partita nell’insidioso primo Canto dell’Inferno nella chiesa di San Paolo ai Cappuccini letto con garbo e convinzione (i ricordi del liceo ci sono tutti). E poi via via attraverso le varie tappe secondo il canovaccio di un intrigato copione – pensato e voluto da Giuseppe Rescifina ideatore dell’iniziativa nell’ambito del Comitato Dante VII coordinato dal Touring Club – affollato di personaggi e avvenimenti che hanno avuto a che fare con la nostra città: l’arcivescovo Ruggeri, Enrico di Cornovaglia, il Bulicame, Manfredi, Adriano V, Martino IV, San Tommaso, San Bonaventura, Giovanni XXI. A introdurre e commentare le letture lo stesso Rescifina ed un vivace Gianluca Zappa, con la partecipazione straordinaria di Maria Teresa Ubertini.

A leggere i Canti, oltre al sindaco, il rettore dell’Università Stefano Ubertini, la preside del Buratti Clara Vittori, il comandante dell’aeroporto Sandro Cascino, il presidente dei “Facchini di Santa Rosa” Massimo Mecarini, la preside del Paolo Savi Paola Bugiotti, il segretario Confederale della Cisl Andrea Cuccello, il direttore dell’Archivio di Stato Angelo Allegrini, la commercialista Paola Spolverini e il Vescovo Lino Fumagalli. Tutte figure della società civile, culturale e religiosa come volevano i promotori dell’iniziativa.

Solenne ed intrisa di fede, a notte stellata, la lettura finale del XXXIII Canto del Paradiso da parte del vescovo Fumagalli nel chiostro di Santa Maria del Paradiso, in cui Dante tocca il vertice sublime della poesia, che ha sortito l’effetto magico di una supplica cotale alla Madonna col gradevole finale di alcuni ottoni della banda musicale della parrocchia guidata da don Egidio.