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Viterbo, riparato Pozzo San Valentino verso il restyling del Parco Bullicame

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Le acque termali viterbesi furono conosciute ed apprezzate dagli Etruschi. I Romani costruirono ben venti stabilimenti termali (collegati tra di loro dalla consolare Cassia) di cui tuttora possiamo ammirarne gli imponenti resti che attrassero anche l’attenzione di Dante e di Michelangelo.

Con i lavori effettuati  al Pozzo San Valentino, sotto la direzione dell’ing. Trotta la “callara” del Bulicame è tornata a rigurgitare acqua che poi con gli storici rivoli ha rifornito le vasche compresa quella nota come vasca del rospo smeraldino.

Quindi una grande soddisfazione per i viterbesi tutti. L’ingegner Trotta ha spiegato minuziosamente gli interventi e i guasti riscontrati, compreso l’utilizzo di tubi in metallo non isolati, risolto quindi anche il problema delle perdite di circa 4/5 litri di acqua al secondo, effetto secondario del guasto.

Le spiegazioni sono servite per capire quali fossero le cause primarie e secondarie della perdita di acqua della “callara”.

Il Sindaco Giovanni Maria Arena ha sottolineato come quello della sistemazione del pozzo sia solo un primo passo verso la sistemazione dell’area termale di competenza del comune che è di circa 123 ettari.

E della sorgente delle Zitelle, per la quale Contardo è riuscito a superare alcune difficoltà burocratiche per evitare spreco di acqua salutare. Si è parlato della condotta di acqua dalle Zitelle agli impianti ed è iniziato un iter con la regione per risolvere il problema Terme INPS, ma sono state fornite anche informazioni sul restyling del Parco Bullicame.

Dopo la calata dei Barbari, Papi e Cardinali rilanciarono le terme di Viterbo, forse è la volta buona che un’amministrazione moderna rilanci le risorse termali di Viterbo che, non dimentichiamolo, hanno sorpreso gli esperti per la loro portata d’acqua.

Le acque ipertermali viterbesi sono state classificate tra le solfuree, solfato – bicarbonato-alcalino terroso di notevole entità, non dimenticando che stazioni termali rinomate e conosciute a livello internazionale venivano e vengono ancora a rifornirsi dei fanghi delle locali sorgenti per i loro trattamenti.

A nord di Viterbo c’è la sorgente del Bacucco e quella dell’Oasi, poi c’è quella del Bagnaccio, delle Zitelle che portava 35 litri al secondo a 65 gradi (portata attualmente calata), il Bulicame, quella denominata Gigliola e Uliveto quella di S. Albino, San Valentino Piscine Carletti e Massi di San Sisto.

Contardo ha sottolineato anche che per alcune zone si sta tentando di superare il blocco di destinazione per farle diventare Parco e poterle rendere fruibili; l’amministrazione è in attesa di decisioni della Sovrintendenza per realizzare alcuni progetti.

Speriamo che l’iter messo in moto dall’amministrazione comunale non si fermi e che superato questo malefico momento pandemico i viterbesi tutti possano chi in un modo chi per l’altro beneficiare di questa ricchezza naturale.

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