Viterbo. Sarebbe questa la mossa furba per arrivare alla privatizzazione?

Coordinamento dei Comitati per l'acqua pubblica della Tuscia 

Due giorni prima del voto è stata convocata l’Assemblea dei Sindaci Soci di Talete Spa per votare la modifica dello Statuto di Talete finalizzata alla cessione delle 40% delle quote a operatori privati.

E’ noto che il Comune di Viterbo detiene oltre il 20 % delle quote della Società e che in questo momento è commissariato, pertanto, l’espressione di voto del maggiore Comune azionista della società non passerebbe dal Consiglio Comunale.

Sarebbe questa la mossa furba per arrivare alla privatizzazione?

Si tratterebbe di una forzatura che andrebbe a ledere i principi della democrazia nel nostro paese.

Per questo il Comitato Non ce la Beviamo ha chiesto un incontro al Commissario Straordinario per chiedere di astenersi da questa decisione sul servizio idrico di Viterbo in quanto si tratta di un atto di straordinaria amministrazione che richiede una responsabilità politica; una responsabilità che il Comune potrà esprimere solo due giorni dopo, quando i cittadini viterbesi si recheranno alle urne.

Perché tutta questa fretta ?

Ci risultano completamente inesatte anche le motivazioni addotte dal Presidente della Provincia Romoli per giustificare la privatizzazione.

Talete non sta fallendo , ha chiuso in attivo e fattura oltre 37.000.000 annue solo con le bollette degli utenti.

E soprattutto, è proprio in questo modo che si regala il servizio idrico a due soldi ai privati, perché il 40% delle quote del capitale sociale di Talete ammonta a 186.000 euro , e con questa cifra il socio privato si aggiudicherebbe una Società che fattura 37.000.000 annui .

Si tratta di portare a termine un operazione bypassando i previsti passaggi democratici, e tenendo all’oscuro i cittadini.

Una intollerabile operazione che non risponde alle necessità della popolazione ma piuttosto alla logica della privatizzazione dei beni comuni che tanti danni ha già prodotto.

Per capire cosa comporta una privatizzazione del servizio idrico basta vedere i devastanti effetti prodotti dal conferimento ad ACEA ATO 5 del servizio idrico della provincia di Frosinone. Tariffe idriche alle stelle, mancati investimenti sulla rete che è un colabrodo, disservizi continui, per non parlare dei continui e pesanti interventi della magistratura a seguito di denunce prodotte dai comitati dell’acqua della provincia di Frosinone e di semplici cittadini.

Rinnoviamo, pertanto, al Commissario Straordinario la richiesta di non votare a favore di questa operazione e di richiedere il rinvio dell’Assemblea a quando il Comune di Viterbo sarà legittimato politicamente.

Invitiamo tutti i Candidati Sindaci di Viterbo ad unirsi alla nostra richiesta, ricordando sempre che anche i cittadini della Tuscia si sono espressi in quel 95% di voti che nel referendum del 2011 sancivano la gestione pubblica dell’acqua.