Viterbo, ultimato il restauro della lunetta sotto i portici di palazzo dei Priori

Lunetta dipinta a fresco sotto i portici di palazzo dei Priori

Ultimato il restauro conservativo della lunetta dipinta a fresco sotto i portici di palazzo dei Priori. A darne notizia è l’assessore ai lavori pubblici Laura Allegrini, che spiega: “L’intervento, conclusosi in questi giorni, rientra nell’importante e complesso restyling che riguarda piazza del Plebiscito, e che comprende la realizzazione del nuovo polo museale con le opere di Sebastiano del Piombo, la cui inaugurazione è ormai imminente. L’intervento alla lunetta è stato realizzato dal restauratore di beni culturali Emanuele Ioppolo, sotto il diretto controllo della Soprintendenza archeologia belle arti e paesaggio per la Provincia di Viterbo, nella persona della dottoressa Luisa Caporossi”.

“Un intervento che fa seguito all’altro restauro che ha interessato il balcone del palazzo del Podestà con la lunetta sovrastante, sempre in piazza del Plebiscito – ha sottolineato il sindaco Giovanni Maria Arena -. Presto avremo il nuovo polo museale nel centro della nostra città, con all’interno le prestigiose opere di Sebastiano del Piombo. Accanto, e a pochi passi, altre opere pittoriche come le due lunette, completamente restaurate e restituite ai viterbesi in tutta la loro bellezza”.

Restauro

E ora qualche dettaglio più tecnico sul tipo di intervento realizzato alla lunetta sotto i portici di palazzo dei Priori.

“Il dipinto murale, raffigurante Cristo sorretto da due angeli risale, con molta probabilità, risale alla prima metà del XVI secolo – ha spiegato il restauratore Ioppolo -. L’opera, realizzata a fresco, fu restaurata nel 1997. Di tale intervento sono ancora ben visibili le stuccature effettuate per risarcire le molte lacune presenti. La peculiare esposizione del dipinto murale, conservato all’aperto, in ambiente semi-confinato, ha provocato nel corso degli anni l’alterazione dei colori usati sulle stuccature che, prima dell’intervento di restauro appena concluso, risultavano sbiadite, manifestandosi come vere e proprie macchie chiare rispetto alle tonalità originali del dipinto. Inoltre, un lieve strato di “sporco”, presente sulle superfici, limitava la corretta lettura dell’opera. Le operazioni di pulitura hanno permesso di rimuovere anche le ridipinture presenti sulle zone abrase dell’intonaco dipinto e mettere in evidenza le stuccature realizzate con malta a base di calce e polvere di marmo. Per limitare le interferenze visive presenti sull’opera – conclude Ioppolo – tutte le stuccature sono state nuovamente reintegrate nel rispetto dei canoni di riconoscibilità previsti dalla moderna disciplina del restauro, con la tecnica del tratteggio e con tonalità simili ai colori originali del dipinto”.