Webinar “Giornate tecniche del nocciolo-Attuali linee di sviluppo”

nocciole

Il gruppo di lavoro frutta secca della società SOI in collaborazione con il Dipartimento di Agraria dell’Università di Perugia ha organizzato il Webinar “Giornate tecniche del nocciolo-Attuali linee di sviluppo” in modalità mista, completato da una visita in presenza il giorno successivo il convegno negli impianti di Deruta. Questo evento si ripete a partire dal 2017 ogni anno. La prima edizione si è svolta a Caprarola ed ha visto tra l’altro anche la collaborazione del Dafne dell’Università di Viterbo

Apre i lavori il Prof Botta, coordinatore del gruppo di lavoro “Frutta Secca” che introduce alle 9:15 come stabilito da programma gli interventi della giornata tecnica porgendo i saluti ed i ringraziamenti per l’organizzazione. Questo webinar è stato preceduto da altri eventi sempre online su noce e noce pechan facente parte di un ciclo di seminari del gruppo frutta secca SOI.

La parola passa alla moderatrice Cirillo che introduce il Dott Calcagni dell’International Nut and Dried Friut Concil, Besana il cui intervento “Espansione della corilicoltura e nuovi mercati” verte sull’espansione della corilicoltura e nuove aree di coltivazione a livello mondiale (dinamiche degli ultimi dieci anni). Calcagni afferma che un ruolo di rilievo potrà essere svolto nei prossimi anni dai paesi Others di nuova o nuovissima coltivazione. Fa poi un excursus storico partendo dai consumi in aumento dopo i due conflitti mondiali della frutta secca per passare poi ad una esplosione negli anni ’80 nei cinque Continenti. Si passa poi a tracciare un’istantanea degli anni attuali per dopo fare una proiezione degli anni 2020-50. Si è verificata durante il covid una impennata dei consumi del comparto agroalimentare di circa il 15% in Europa in modo specifico del 4-5% del consumo di frutta secca. Guardando al futuro con una popolazione che va oltre i nove miliardi di persone il Dott Calcagni afferma che il mercato che verrà non potrà prescindere da una sostenibilità economica. I consumi in oriente e soprattutto in Cina sono in forte crescita perché l’economia è florida e la moneta gira. Però la produzione oggetto di analisi verte sempre di più verso una produzione industriale con una componente del 70% circa dell’indotto inerente la frutta secca di tipo industriale. Delinea poi un quadro quantitativo della produzione del nocciolo di circa 1300000 tonnellate di cui circa 800000 t attribuibili alla Turchia; segue l’Italia con 160000 tonnellate. Attualmente nel paese bagnato dal mar Morto c’è una forte carenza di manodopera con buona parte della popolazione impiegata nell’industria. Dato negativo per un paese caratterizzato da una orografia molto impervia ed irregolare. Seguono poi nel trend dei produttori mondiali gli Stati Uniti la cui produzione è molto stabile e lineare ed il Cile che è la vera sorpresa per incremento di produttività potendo vantare un vero e proprio boom dell’incremento della produttività. La Georgia con 50-70000 Tonnellate ha però rese molto basse mentre i paesi dell’ex Unione Sovietica possono vantare una buona produzione con buona qualità avendo tra l’altro introdotto la varietà Giffoni e altre varietà americane. Una produzione questa ultima caratterizzata da una forte componente industriale. L’Iran ha ottimi noccioleti con consumo quasi completamente interno. La Cina invece ha quasi raddoppiato la propria quantità, da 8-10000 t a più di 20000. Per arrivare ai paesi etichettati Others di nuova o nuovissima coltivazione che comprende moltissimi paesi nel mondo tra cui alcuni della penisola Balcanica, la Russia e centro Asia che hanno una produzione che si attesta per ora sulle 30000-50000 t con il 10% circa di carry on ed un potenziale di crescita molto consistente. Le rese al gheriglio si attestano sul 50-51% della Turchia, 47% Italia, 42% USA e sempre a scendere proseguendo verso gli altri paesi. Le nuove piantagioni hanno rese più alte.
Interviene poi Mercè Rovira (IRTA Spagna) introdotta dalla moderatrice Dott Cirillo che presenta il suo intervento “L’utilizzazione dei portinnesti di nocciolo nel mondo”.. La Dott Mercè ringrazia molto la SOI per l’invito e l’unitus per l’aiuto alla traduzione per poi passare ad illustrare il panorama dei portinnesti di nocciolo nel mondo. Il nocciolo che ha una forma di allevamento variabile da cespuglio a vaso ad alberello è interessato da una forte attività pollonifera che giustifica anche un intervento chimico e forti costi che pesano per circa un quinto su quelli totali di gestione. La forma di allevamento preferibile per le piante innestate è l’alberello mentre la varietà più utilizzata come portinnesto è Corylus colurna che si sviluppa in altezza, ha forma piramidale ed è più tollerante a freddo e siccità. Il portinnesto costituisce una strategia agronomica molto valida per abbassare sensibilmente l’attività pollonofera. I vantaggi del colurna sono di non avere polloni, apparato radicale più sviluppato, buon callo per la elevata affinità con avellana ma svantaggi quali avere una maggiore dormienza e tempi più lunghi per l’innesto. Le università che di più stanno sperimentando questi ambiti sono quella di Perugia e Piacenza. In particolare da alcuni trial autoradicato vs innestato effettuati sono emersi una maggiore adattabilità degli innestati e minor competizione tra attività produttiva e riproduttiva. Esistono poi prove su Newberg e Dundee che hanno evidenziato nelle piante innestate, oggetto di sperimentazione, delle migliori performance agronomiche ma una problematica legata alla elevata suscettibilità ad un fungo. Si è inoltre riscontrata una caduta delle foglie posticipata rispetto ad autoradicato e maggiore resistenza a clorosi ferrica. Un terzo tipo di portinnesti sperimentati è stato il colurna da seme. Le attuali prospettive sono positive in relazione alla tecnica della propagazione in vitro ma sono ancora pochi i paese del mondo con nocciolo innestato. Ma delle ricerche promettenti sono tuttora in corso. Ibridi chinensis-C. avellana hanno buone prospettive future. Molte parcelle di cultivar innestate sono su intensivo o super intensivo. In Serbia sono coltivati più di mille ettari innestati. La Dott Merce Rodiri chiude l’intervento con dei ringraziamenti sentiti all’organizzazione ed ai collaboratori.
È la volta di Andrea Reyes (gruppo Avexa Chile) che dopo la presentazione della moderatrice espone il suo intervento su “La corilicoltura cilena” in lingua madre parlando della storia del nocciolo in Cile sottolineando i vantaggi climatici ed orografici e le grandi dimensioni medie di terreni cileni che unite ai bassi costi della manodopera e alla possibilità di irrigare hanno determinato un vero e proprio recente boom della corilicoltura del Cile. Elenca poi tutta una serie di varietà di recente utilizzazione come la Segarbe, Carabel, Negret, Ennis e Colurna e altre nuove varietà di cui è stata testata la validazione, la capacità produttiva e l’adattabilità. La meccanizzazione è tutta italiana e americana.
Interviene poi Giampaolo Rubinaccio introdotto dalla moderatrice Chiara Cirillo che presenta il suo intervento su “Problematiche economiche ed organizzative delle aziende” sulla Frutta a guscio (dati Ismea). Parla delle caratteristiche della filiera mostrando una analisi SWOT da cui emerge la rilevanza del settore ed il peso della frutta a guscio nel mercato agroalimentare mondiale. Una filiera caratterizzata non solo da conoscenza ma anche da tecnologia avanzata. Parla poi dei principali attori della filiera viterbese e piemontese. Una coltivazione poco remunerativa nelle zone ad orografia complessa o con vincoli. Elenca obblighi e vincoli morali degli attori della filiera e i prezzi di produzione alti. Si passa poi a temi quali la mitigazione del costo della spollonatura, la maggiore criticità della corilicoltura. È opportuno far capire al consumatore che mangiare sano significa mangiare anche frutta secca. Si fa riferimento poi alla recente notizia della scoperta della proteina che nel nocciolo causa allergia. L’acquisto di frutta a guscio evoca sempre più fascino per il consumatore. C’è vivacità di scambi internazionali. Il nostro paese fa la sua parte negli scambi internazionali. Viene lanciato poi in chiusura un invito alla ricerca per le diverse emergenze come siccità per capire ad esempio quali cultivar sono resistenti. Una ricerca che deve essere però più vivace.
La Professoressa Daniela Farinelli (Università di Perugia-DSA3) mostra gli sviluppi del suo lavoro con un intervento su “Comportamento vegeto produttivo di piante micropropagate, innestate ed autoradicate” presentando dei risultati di piante di nocciolo innestate e da pollone. Viene fatta menzione dei vivai Battistini. La Professoressa sottolinea che ci sono differenze nel comportamento vegeto-produttivo tra piante autoradicate innestate e micropropagate. Nelle piante innestate le fallanze sono state del 8% mentre nelle autoradicate più del 20%. Vengono riportati gli esiti degli studi del trend di crescita vegetativa di tonda romana, tonda Giffoni e Francescana con attenzione agli aspetti dimensionali di tronco, altezza dell’impalco, altezza totale mettendo a confronto le diverse modalità vivaistiche. Emerge in particolare un aspetto importante che si identifica con l’uniformità di entrata in produzione della varietà Tonda Francescana. Sono diverse le dimensioni del tronco nelle tre diverse modalità innestata, micropropagata e autoradicata. Nell’innestato si registra una maggiore altezza dopo un anno e mezzo. Mediamente le piante mcropropagate hanno un diametro del tronco simile a quelle da pollone. Poi si analizzano potatura diametro ed altezza e volume della chioma. Nella Giffoni le piante innestate sono un po’ meno vigorose. Nella Tonda Romana le piante innestate hanno un volume maggiore. La Tonda Francescana non presenta grandi differenze. Gli studi in corso evidenziano uniformità nello sviluppo del tronco e maggiore volume di chioma nelle micropropagate. Altro elemento rilevato è che le micropropagate hanno maggiore giovalinilità rispetto che da pollone. La Tgl al secondo anno ha fatto registrare una fruttificazione. Le piante micropropagate all’inizio sono più piccole poi si sviluppano di più ed hanno minore giovanilità. Elemento chiave delle cultivar non vigorose è il maggior sviluppo quando innestate. Vigore maggiore che da pollone. Importante la qualità del materiale vivaistico per una veloce entrata in produzione e bassa mortalità giovanile.
In seguito parla Sergio Tombesi (Università Cattolica del Sacro Cuore) su “Architettura della pianta: informazioni utili per gestire la chioma ed aumentare la costanza di produzione” lavoro che ha visto a confronto trial di piante di nocciolo innestate vs autoradicate considerando gli aspetti della produzione, i fiori femminili, l’allegagione ed il peso del frutto. Allegagione influenzata direttamente dalla disponibilità dei carboidrati della pianta. Parametro importante il numero dei fiori femminili. Con la potatura si ha un maggior controllo dell’agricoltore sui principali parametri colturali. Sui rami e brindilli dopo circa 5-6 anni si notano i primi segni di senescenza. Ma potando i rami e le branche giovani si garantisce l’efficienza produttiva. I rami più efficienti per fioritura sono quelli corti. Rami corti elevata alternanza e i brachiblasti riescono e produrre nell’anno. L’obiettivo verso cui tendere è di ridurre la lunghezza della popolazione ed invecchiamento precoce. Nel nocciolo il vigore è un problema. Se vogliamo rallentarne l’invecchiamento bisogna irrigare e concimare bene. Portinnesto e potatura ci aiutano. Nell’innestato è stato possibile osservare un maggior equilibrio dell’attività vegeto-produttiva. Quando si ha invece troppa produzione localizzata non si ha produzione nell’anno successivo con forte alternanza. La potatura nel nocciolo è poco praticata: ci si limita a rimuovere le branche vecchie malate ed esaurite ed i polloni. Una buona tecnica è la spuntatura con mezzo meccanico. Le tecniche del futuro sono sostenibili ma che aiutano per il vigore. La potatura è poco applicata anche per paura di perdere la produzione. L’allegagione è influenzata dalla disponibilità di carboidrati. Nella TGL una buona potatura con rimozione di circa un terzo della chioma consente di raddoppiare i glomeruli della pianta e l’efficienza produttiva triplica. Effettuare una potatura non è detto che riduca la produzione anche nello stesso anno perché aumenta molto il fenomeno dell’allegagione. Si ha inoltre un miglior sviluppo dei glomeruli e gemme miste e bisogna considerare che le condizioni dell’anno precedente hanno sempre effetto. Altra tecnica molto valida ma poco applicata è la defogliazione che simula uno stress idrico. Concludendo si afferma che quello che possiamo osservare nel nostro corileto nella stagione corrente è il risultato della tecnica agronomica delle ultime due tre stagioni. Fertilizzazione e irrigazione sono molto efficaci per costanza di produzione e combattere la senilità, una produzione elevata e stabile nel tempo.
Questo intervento è seguito da quello del Prof Cristofori Valerio (Università degli studi della Tuscia) su “Sesti di impianto e forme di allevamento del nocciolo europeo: dalla tradizione alle recenti innovazioni” che esordisce dopo i ringraziamenti sottolineando l’imporanza dell’innovazione tecnica e la necessità di meccanizzazione: con un sesto di impianto regolare si ha possibilità di meccanizzazione spinta. Sesti di impianto anche di mille piante ettaro e forme di allevamento che variano da cespuglio policaule, vaso cespugliato ed alberello. Vaso policaule molto usato in Turchia mentre nel contesto Viterbese e Campano è più diffuso il vaso cespugliato con impalco e trenta cinquanta centimetri. L’alberello invece presenta un impalco ad ottanta centimetri circa. Il sistema corileto sta assistendo ad un graduale e progressivo evolversi del sesto di impianto convergendo verso il frutteto. Maggiore densità di impianto e uso del portinnesto non pollonifero. Tecnica dell’hotcallusing. Introduzione della novità del sesto dinamico che consiste in un iniziale sesto di impianto 5 per 2,5 che poi eliminando al decimo-dodicesimo anno una pianta su due sulla fila più fitta converge verso un 5 per 5. Ultime tendenze sono di intensificare i sesti con intensivi e super intensivi. Dove ci porta l’intensificazione? La Turchia ha una orografia e dei sesti di impianto storici non adeguati alla meccanizzazione. In Spagna invece si coltivano diverse varietà in impianti regolari. Spagna coppie di piante a due branche pionieristica in questo. Intensificazione e monocaule. Negli Stati Uniti si coltivano piante maestose, quasi da bosco con sesti di impianto 6 per 6. Si coltivano 300 piante per ettaro. In Oregon si ha un orientamento polivarietale si alternano file di cultivar vigorose a file di cultivar meno vigorose. A livello nazionale si ha una frutticoltura con un forte legame col territorio. Negli anni 70-80 il nocciolo era coltivato nelle aree marginali mentre nell’ultimo decennio si è verificata una espansione e sviluppo copioso. Nel Messinese si hanno sesti irregolari. In Campania una maggiore variabilità impiantistica. Nocciolo consociato con noce e castagno. Nel viterbese impianto monocaule mentre in Piemonte impianti regolari ed a cespuglio. Si accenna al progetto Pantheon.
La moderatrice passa poi la parola alla ricercatrice Milena Petriccione, del Crea, che intrerviene su “Composti bioattivi della nocciola come promotori della salute: cultivar a confronto” che apre la presentazione ricordando che il consumo di frutta secca aiuta molto nel prevenire diverse malattie nell’uomo. I fattori della coltivazione della nocciola che influenzano il potere nutraceutico sono le caratteristiche genetiche, pedo-climatiche, la tecnica colturale e l’epoca di raccolta. 19 cultivar sono state oggetto di studio dal quale è emerso un contenuto variabile di lipidi e proteine. Le percentuali variavano in relazione alla cultivar oggetto di indagine ed alla diversa zona di produzione. Le tecniche colturali possono influenzare il contenuto di nutraceutici come le concimazioni. Interessante è il profilo lipidico ed il potere antiossidante. La Dott Petriccione cita una lavoro recente e approfondito sulle diverse varietà di nocciola di Becchetti et al, 2013 che riporta i risultati dell’analisi di ben 73 varietà di nocciolo. La discussione passa poi alla tostatura che deve seguire un certo processo affinché la presenza finale di nutraceutici sia il più possibile elevata. Vengono messi a confronto poi 32 campioni di nocciola di diversi paesi e comparati i diversi livelli di sostanze utili alla prevenzione della salute come arginina, triptofano, acido glutammico ed aspartico e folati. Alcuni composti della nocciola hanno il potere di contrastare i ROS, specie reattive all’ossigeno. Proteine e carboidrati hanno elevata azione antiossidante e sono utili all’equilibrio stress ossidativo infiammatorio. Sostanze buone contenute in percentuale maggiore nella cuticola del seme.
Alle 12:45 circa la parola passa all’Entomologa Lara Maistrello, dell’Università di Modena e Reggio Emilia per l’ultimo intervento della giornata su “Gestione integrata della cimice asiatica, fitofago chiave in frutteti e noccioleti”. Dopo i ringraziamenti la Professoressa in apertura sottolinea come la cimice asiatica abbia una condotta promiscua accoppiandosi con molti tipi di insetto e sia inoltre polifaga. La diffusione dell’insetto è rapida svernando in alberi sotto la corteccia in magazzini capannoni. Nel modenese molto diffusa soprattutto ai lati dei noccioleti ed insetto chiave nel nocciolo. Provoca danni diversi soprattutto da avvizzimento. Comportamento imprevedibile. Il controllo biologico si avvale dell’uso del parassitoide Anastatus bifasciatus. Si effettuano monitoraggio dei rilievi visivi, frappage e trappole con esca ormonale mentre nella difesa integrata di effettuano cinque trattamenti. Si sono evidenziati maggiori danni nei bordi e si possono utilizzare nel controllo reti monoblocco, reti monofila, interventi perimetrali.
In chiusura nella discussione il Prof Cristofori finisce di esporre il progetto Pantheon sull’agricoltura digitale in ambiente corileto. Agricoltura digitale già applicata con ottimi risultati a vigneto. Prima dei saluti finali la moderatrice Daniela Farinelli ricorda la possibilità di visita in programma in presenza nei noccioleti umbri nel giorno successivo con programma sul sito del SOI.

Dott Agr Christian Chiani