13.6 C
Viterbo
HomeComuni della provinciaNepiNepi, presentazione del libro 'Epidemie aspedalità e medicina ad Acquapendente'

Nepi, presentazione del libro ‘Epidemie aspedalità e medicina ad Acquapendente’

Pubblicato:

Sabato 21 Ottobre 2023 alle ore 17,00, presso la Sala Nobile del Palazzo Comunale di Nepi sarà presentato il libro “EPIDEMIE OSPEDALITÀ E MEDICINA AD ACQUAPENDENTE. Il morbo alla soglia del confine pontifico con la Toscana” di Renzo Chiovelli.

L’evento vedrà la partecipazione del Soprintendente per la Provincia di Viterbo e l’Etruria meridionale, Arch. Margherita Eichberg, che presenterà il volume.

L’incontro sarà introdotto dai saluti del Sindaco di Nepi, Franco Vita, del Consigliere delegato alla Cultura, Turismo e Politiche Giovanili, Paolo Paoletti, e del Direttore del Museo Civico di Nepi, Stefano Francocci.

L’architetto Renzo Chiovelli è Professore Associato e docente presso la Scuola di Specializzazione in Beni Architettonici e del Paesaggio dell’Università di Roma “La Sapienza”.   Presidente del CISSaS (Centro Internazionale di Studi sul Santo Sepolcro), ha pubblicato oltre centocinquanta scritti tra volumi monografici, curatele, saggi e contributi a convegni nazionali e internazionali.

L’opera tratta dei provvedimenti che nel corso dei secoli furono messi in atto nella Tuscia per proteggere i suoi confini e i suoi centri abitati nel caso di allarmi dovuti ad epidemie che, soprattutto a partire dal XV secolo, flagellarono l’Italia.

Il morbo spesso arrivava nelle città portuali italiane mediante vascelli provenienti dal mediterraneo orientale, poi si propagava via terra e per questo il confine tra lo Stato pontificio e la Toscana venne dotato di un cordone sanitario militare che impediva gli ingressi a persone e merci, le quali potevano entrare soltanto solo dalle porte urbane, addette a tali scopi, e dietro apposite ispezioni.

Uno degli ingressi più importanti verso Roma, posto lungo la via Francigena e poi romana, era quello della Dogana di Ponte Centeno e poi di Acquapendente. Nei tempi di sospetto contagio, il Commissario apostolico della Sanità si recava in Acquapendente, da dove emanava una serie di bandi con provvedimenti atti ad evitare l’ingresso del contagio in città e nello Stato.

Termini come “confinamento”, “quarantena”, “isolamento”, “cordone sanitario”, “sospensione”, “lazzaretto” purtroppo ritornati almeno in parte in auge, magari nella loro versione anglofona, sono in realtà retaggio di secoli passati. Difatti la loro ideazione iniziale si deve proprio all’Italia o, perlomeno, sin dalla prima metà del XV secolo, alle città settentrionali italiane, ed in particolar modo a Venezia, le quali hanno costituito per secoli il migliore esempio organizzativo, per tutto il resto d’Europa, riguardo ai provvedimenti di tutela e prevenzione delle popolazioni contro il tremendo flagello delle pandemie.

Fra le misure di profilassi messe in atto vi era quella di munire i viaggiatori di bollettini di sanità che, all’atto dell’ingresso in città, venivano sottoposti a controlli dopo essere stati purificati, come pure i pacchi e le lettere, tramite ‘fumigazione’ sul fuoco, oppure tramite profumazione con essenze aromatiche o aceto.

Oltre a raccomandarsi ai maggiori santi taumaturghi, come San Rocco o San Sebastiano, la popolazione non mancava di proteggersi con prodotti farmaceutici dalla discutibile efficacia, come la teriaca, la pietra di bezoar, il sangue di drago, l’estratto di mummia, l’unicorno fossile, gli occhi di granchio ed altri medicamenti di dubbia provenienza.

Diego Giomini
Diego Giominihttps://www.ontuscia.it
Graphic and Web Designer

Articoli correlati

Articoli recenti