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Tavolo per la Pace: L’Italia deve dire basta! Time Out, un minuto per la pace

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Il Tavolo per la pace di Viterbo, che all’indomani del 7 ottobre, insieme alla Rete Pace e Disarmo di cui
fa parte, aveva condannato con decisione la terribile azione terroristica di Hamas e auspicato la
liberazione degli ostaggi israeliani, di fronte alla reazione sproporzionata dell’esercito israeliano che sta distruggendo la striscia di Gaza, causando quella che il Segretario generale dell’ONU Guterres ha definito una “catastrofe umanitaria epica”, sottoscrive oggi l’Appello “L’Italia deve dire basta!” promosso dagli organizzatori della marcia Perugia Assisi (http://www.perlapace.it/wp-content/uploads/2023/12/LItalia-deve-dire-basta-3.pdf ).
In particolare, il Tavolo sottolinea che “non si possono bombardare gli ospedali, i campi profughi, le
chiese…”, che “non si può negare e minacciare l’esistenza di un popolo e dei suoi diritti inalienabili” e
che quindi, “Insieme con Papa Francesco, l’Italia, il nostro Parlamento, le forze politiche, le nostre
istituzioni, i nostri governanti devono trovare il coraggio di dire basta e di chiedere l’immediato cessate il-fuoco”.
L’Italia deve quindi assumere “un’iniziativa politica urgente” e, per questo, il Tavolo, come indicato dai
promotori dell’Appello, invita tutti e tutte a scrivere a parlamentari e esponenti politici del territorio
chiedendogli di sottoscrivere l’appello “L’Italia deve dire basta” e di impegnarsi per la sua concreta
attuazione (http://www.perlapace.it/chiedi-ai-parlamentari-fermare-la-guerra-gaza/ ).
Ora che la Corte internazionale dell’Aia, il massimo organo giudiziario delle Nazioni Unite, “ha stabilito
che le azioni di Israele a Gaza sono plausibilmente genocidio e ha indicato misure provvisorie su questa
base” (ANSA 26/1/24), non ci sono più pretesti per non pretendere la cessazione delle violenze .
Insieme a questo, il Tavolo, consapevole dell’importanza di un coinvolgimento personale e profondo nelle sofferenze delle vittime di tutte le guerre in atto, rilancia la proposta che Chiara Lubich formulò già nel ’91 (all’indomani della guerra del Golfo), Time Out, un minuto per la pace: tutti i giorni, a mezzogiorno, qualunque cosa facciamo, fermiamoci per un minuto, pensiamo alle paure, ai dolori, alle speranze ed agli aneliti delle donne, degli uomini, delle bambine, dei bambini che in quel momento, in
varie parti del mondo, stanno soffrendo a causa della violenza omicida, dell’odio, della distruzione;
dedichiamo loro quel minuto, diffondiamolo e facciamolo diventare speranza di pace.

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