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Terme di Ferento, un ricordo a 850 anni dalla distruzione

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L’idea di Giuseppe Rescifina di presentare una ricostruzione tratta da “Storie ferentesi vere e inventate” di Francesco  Mattioli, con lo stesso autore e con il gruppo “La Contesa” ha riscosso notevoli consensi dal pubblico.

La ricostruzione del declino e la definitiva distruzione della città di Ferento avvenne nel 1172 ad opera dei viterbesi. Tale fatto, sottolineato dai due narratori e da alcuni componenti del gruppo viterbese La Contesa, sembra essere scaturito da continue rivalità tra i due centri sul controllo del territorio. Si viene a sapere con la rappresentazione che a seguito della distruzione dell’antica città, una parte della popolazione si rifugiò in località “Le Grotte” (attuale Grotte Santo Stefano) mentre ad altri fu permesso dai viterbesi di trasferirsi in città presso la zona di San Faustino.

Giuseppe Rescifina, giornalista e saggista, con la collaborazione del Gruppo “La Contesa” ha ricostruito con flash recitati dai componenti gli ultimi giorni di una città che in epoca romana era stata definita ”splendidissima” e che, nei secoli successivi ha vissuto alterne vicende, che le hanno fatto perdere il proprio ruolo strategico nell’Alto Lazio, fino, appunto, alla completa scomparsa a seguito dell’ultimo assalto.

All’evento come autore e narratore ha partecipato Francesco Mattioli, già professore ordinario di Sociologia presso l’Università La Sapienza di Roma, autore del libro “Storie ferentesi vere e inventate”, pubblicato recentemente. La performance è stata l’occasione per ricordare l’antico splendore della città nella cui area archeologica si svolgono gli spettacoli del Ferento Teatro Festival 2023.

L’ultimo spettacolo musicale ha visto la presenza di oltre mille spettatori, Rescifina ha ringraziato l’Archeotuscia per la possibilità che offre di visitare l’area prima degli spettacoli.

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