VITERBO – “Bisogna esse seri quanno se scherza”, diceva il Marchese del Grillo. Martedì grasso “serio” al teatro dell’Istituto Comprensivo “Canevari” di Viterbo per un’inedita lezione in maschera dove i grandi della quinta B hanno spiegato alle matricole delle seconde “I Promessi Sposi”.
Il format didattico è quello delle “classi aperte” ma la novità sta nell’inversione dei ruoli perché la lezione è stata tenuta dai “nonni” delle quinte che hanno spiegato ai pulcini delle seconde personaggi, vicende e significati del capolavoro di Alessandro Manzoni. I materiali sono poveri: avanzi di stoffa, mascherine e abiti e trucchi riadattati all’insegna del “nun se butta gnente” perché tutto torna utile quando il motore della creatività di maestre, mamme e bimbi gira al massimo.
Don Abbondio, i bravi, Renzo, Lucia e tutto il resto sono passati davanti agli sguardi incantati dei settenni che hanno assorbito come spugne la grande galleria umana messa in scena dal Manzoni e difficilmente dimenticheranno questa esperienza immersiva nella letteratura colta proposta con i metodi giocosi del Carnevale. Un martedì grasso di carattere letterario, all’insegna dell’ “imparare facendo”, learning by doing, la teoria dell’apprendimento significativo, secondo la teoria di Ausubel. E presto al teatro i ragazzi reciteranno I Promessi Sposi in…dialetto viterbese! Per la serie “Se nun so’ goje nun ce le volemo…”.
