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Viterbo, un leccio in memoria di Franco Flavio Visinoni

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Presso il parco Peppino Impastato, in via A. Volta, nel quartiere Pilastro, si è tenuta la cerimonia della piantumazione dell’”albero della dignità”, un leccio in memoria di Franco Flavio Visinoni, viterbese che a causa di un incidente mortale sul luogo di lavoro, nell’autunno 2007, non ha fatto più ritorno a casa (oggi avrebbe compiuto 69 anni). È stata  inoltre scoperta una targa sempre in ricordo di Visinoni e collocata una panchina in memoria di tutte le morti bianche sul lavoro.

A dare lustro all’iniziativa c’era il Vescovo Orazio Francesco Piazza, la Sindaca Chiara Frontini, l’architetto Emanuele Aronne che ha fatto da regista alla cerimonia, e una consistente rappresentanza della CISL, il sindacato promotore dell’iniziativa con il segretario generale Filca Cisl  Enzo Pelle.

Dopo la piantumazione del grosso elce, fornito da una primaria azienda vivaistica della Tuscia, il vescovo Piazza ha impartito la benedizione rammentando a tutti  quanto sia importante la sicurezza sul lavoro. La  sindaca Frontini ha voluto brevemente rammentare ai presenti quanto sia importante che anche le istituzioni della città dedichino alla “sicurezza” dei lavoratori molta attenzione e significativo è stato  l’intervento di Pelle che ha voluto sottolineare come l’organizzazione sindacale si stia impegnando per far si che la sicurezza sul lavoro sia considerata una “cultura da utilizzare” e non una spesa in quanto la vita umana è più preziosa del denaro.

Commovente la lettura di un appunto da parte della figlia del compianto Visinoni:

“Questa giornata rappresenta un traguardo importantissimo, nella lunga serie di eventi funesti che hanno caratterizzato il mondo del lavoro. Queste iniziative servono a rammentare le tantissime famiglie, madri, figli, mogli, mariti, che vivono questa immane tragedia degli infortuni sul lavoro.

Ricordare papà, assieme a tantissime vittime del lavoro perché restino vive nel ricordo attraverso questa pianta di leggio possente, ha un significato fortissimo di attenzione su un tema delicatissimo, che non deve e non può diventare una piaga sociale; Papà era un muratore  – ha proseguito Ilaria – di quelli che hanno coraggio e cervello, fin da piccolo aveva capito che era meglio alzarsi presto e andare a lavorare, che i sogni si realizzano in salita ed il pane è sintomo di vita (…).

Oggi sarebbe stato il 69° compleanno di mio padre un uomo buono, forse troppo buono, un padre esemplare.

Papà soprattutto, amava me e la mamma, era attaccato alla famiglia, alla vita, alle tante amicizie che ancora oggi si ricordano di lui e ci sono sempre state accanto, credeva nelle istituzioni e voglio continuare a crederci anche io, era iscritto al sindacato, nella Cisl che ringrazio per aver ideato questa importante iniziativa simbolica per tenere sempre in evidenza che la sicurezza e la salute sul lavoro è essenziale”.

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