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L’ARCITALIANO

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Mi viene in mente il manzoniano “EI FU’”, ma non serve esagerare su un personaggio che tra luci (poche) ed ombre (tante) ha contrassegnato il quasi trentennio 1994/2023, in un modo che oltre la politica ha riguardato la cultura, il costume, l’immaginario collettivo.

Chi come me facevo politica da sempre, si accorse allora che in giro c’era una novità, che viaggiava per circuiti nuovi: quelli delle professioni; non solo la geniale idea di trasformare funzionari ed impiegati Mediaset in militanti organizzati su una idea di partito tradizionale ma anche innovativo, e sul perseguimento di un obiettivo politico ideale e materiale, ma c’era d’altro.

La chiamata alla “discesa in campo” di una società civile che aveva subito la politica soltanto da spettatrice o nella migliore delle ipotesi da comprimaria, fu un successo.

La sanzione di ciò la troviamo nelle conclusioni del ritiro nel monastero di GARGONZA, dove nel marzo 1997 si riunirono tutte le componenti della sinistra, fresche di vittoria elettorale dell’anno prima, con Prodi, per decidere in un confronto ampio, il “che fare”?

L’intervento di Massimo D’Alema fu il più importante e lucido: ” L’idea che si possa eliminare la politica come ramo specialistico delle professioni (occhio è MAX WEBER), per restituirla tout court ai cittadini, è un mito estremista che ha prodotto o dittature sanguinarie o Berlusconi!”

Infatti è la geniale intuizione di mobilitare una società civile, non qualunque o qualsiasi, ma quella delle professioni, dell’intellighenzia emarginata e sconfitta dalla macchina da guerra culturale del PCI, quella che del Comunismo aveva percepito un LIBRO NERO che finalmente poteva tranquillamente leggere e commentare, quella che si connetteva in molti modi al Ventennio e che andava sdoganata; quella che facevo di un liberalismo ignorante e confuso un baluardo ad una sinistra altrettanto ignorante e confusa.

C’è poi la girandola del BUNGA BUNGA, delle Ol®gettine, come variabile moralistica al confronto politico, fidando sul GALLISMO italiano e sull’accondiscendenza allo spirito nazionale; un arcitaliano con i soliti storici sordidi vizi e solite virtù di genio guicciardiniano.

Gli affari con PUTIN sotto i colbacchi; quelli con Gheddafi meritoriamente intessuti sino alla furbata di Sarkozy; il CU’ CU’ alla Merkel; le corna nel gruppo dei Potenti; il trionfo di Pratica di Mare in cui si attribuì la fine della Guerra Fredda; poi per me il risultato più importante, apparentemente minore, che è stato il divieto del fumo in luoghi pubblici.  Fino all’ultimo al timone di una ex corazzata come Forza Italia, Presidente, Capo Assoluto, Insostituibile successore a sé stesso, che lascia aperto il problema cruciale nella politica italiana della sua successione.

Dove andranno a parare le migliaia di militanti ed èngagès in Parlamento e nei Consigli locali di Forza Italia?

Io che non sono nessuno, suggerisco: perché non in un nuovo, fresco, modernissimo Partito Socialista o Socialdemocratico, o Social Liberale Italiano di cui abbiamo un gran bisogno?

 Che la terra ti sia lieve Silvio, come tu lo fosti con lei!

Francesco Chiucchiurlotto

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