Padre Giuseppe Camillo Capati di Maria Ausiliatrice

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Nei primi anni del 1900 Giulio Capati da Vallebona di Grotte Santo Stefano, paese della zona dell’antica città di Ferento,  si trasferì a Toscanella, dove si sposò con Paolina Sebastiani ed ebbero i figli Giuseppe ed Ugo.

 Il primo, nato a Tuscania nel 1912, è conosciuto con il nome di Camillo, in quanto fece la scelta vocazionale a tredici anni nel 1925 e chiese di essere ammesso nel seminario minore passionista  di Nettuno dove rimase fino al 1927, quando andò al noviziato di san Giuseppe sul monte Telegrafo nel comune di Monte Argentario, che fu costruito da San Paolo della Croce, il fondatore dei Passionisti,  nel 1761.  Il carisma dei Passionisti è condurre una vita conforme a quella degli apostoli essendo testimoni dell’amore di Dio.  Giuseppe prese il nuovo nome di Camillo e rimase lì fino al 1936, poi studiò nel convento dell’Angelo di Tramonte a Lucca. Fu ordinato sacerdote nel 1936 a Roma dall’arcivescovo di Lucca Antonio Torrini.  Proseguì gli studi di pastorale e di sacra eloquenza  fino al 1938 a Roma. Si legge nel ricordo dei suoi confratelli che fu un religioso buono e con la tendenza alla pietà. Fu poi inviato  a Sant’Angelo di Vetralla ed aiutò le parrocchie di Cura e di La Botte. E’ là ricordato da molti per la sua amicizia ed il suo apostolato.  Dal 1946 al 1948 visse  nel convento di Carbognano ed il resto della vita lo trascorse  nel servizio ai santuari soprattutto con le confessioni alla Scala Santa di Roma, che secondo la tradizione fu salita da Gesù per raggiungere l’aula dove subì l’interrogatorio di Ponzio Pilato prima della crocifissione e che  fu trasportata a Roma dall’imperatrice Elena , madre di Costantino nel 326,    al santuario di Nostra Signora delle Grazie e di Santa Maria Goretti a Nettuno ed alla direzione spirituale di persone che si confidavano con lui. A Roma visse dal 1974 al 1994, anno della sua morte . Aveva conversazioni con religiosi colti tra i quali Padre Enrico Zoffoli di Marino, filosofo e confessore, scrittore di apologetica, spiritualità, teologia, agiografia e storia, per accrescere la sua cultura teologica e spirituale. Padre Camillo è ricordato come un religiose esemplare e fedele. Fu un degno passionista e seguì gli insegnamenti di San Paolo della Croce, che dimorò al santuario della Madonna del Cerro a Toscanella e del Beato Cesare Bernardo Silvestrelli,  figlio del tuscanese  Giovanni Tommaso. Nella sua foto spicca sulla veste nera il crocifisso e la scritta “Passione di Gesù Cristo”.

Il fratello Ugo fu carabiniere durante la seconda guerra mondiale. Il giorno 8 giugno 1944 gli Alleati inglesi e ed americani  giunsero nei pressi di Tuscania e, nella località “Pali di ferro”, un loro avamposto incontrò Ugo Capati e Luigi Fiorani che furono condotti dai comandanti il località”San Potente”, vicino all’antica chiesetta longobarda di San Michele Arcangelo, sopra il fiume Marta. Era presente anche il soldato americano Stromb che riconobbe Ugo , avendolo conosciuto a Bolzano , dove entrambi avevano prestato servizio prima dell’armistizio del giorno 8 settembre 1943. Ugo informò che in città non c’era nessuno in quanto tutti si erano rifugiati nelle campagne, ed i tedeschi si trovavano in quattro postazioni. Inoltre indicò ai soldati alleati il luogo dove si poteva guadare il fiume Marta con i carri armati e così entrare  a Tuscania per liberarla dall’oppressione tedesca.

Vivono oggi a Tuscania i figli di Ugo : Giulio già funzionario del comune di Tuscania, Paola affermata chef  ed i loro figli e nipoti.

Mauro Loreti