Canile di Bagnaia, De Angeli: “Una eccellenza che nuoce a troppi”

Titanic la favola più vera mai raccontata, un libro di Leonardo De Angelis

“In 15 anni di presenza costante, in qualità di volontario, sostenitore, lavoratore ed in ultima analisi di responsabile amministrativo per conto di questa Amministrazione, – scrive Leonardo De Angeli – ho avuto la sgradevole esperienza di aver annoverato, combattendoli ed evitandoli al fianco di una grande donna che rispondeva al nome di Elvia Viglino, centinaia di attacchi più o meno pesanti avverso il Canile Comunale Novepani di Bagnaia, ma mai e sottolineo mai, ho avuto modo di assistere ad uno ben orchestrato, ma del tutto fuori luogo,  come questo.

La visita dei NAS, che ne determina la chiusura solo pochi giorni fa,  che dopo 20 anni riscontrano con stupore che nel canile non esiste (fortunatamente) tappeto in cemento, l’attacco concentrato di della classe politica che si orchestra come per magia ed addirittura le Associazioni che falsamente si accaniscono e persino i volontari che prestano servizio presso il canile stesso, che in modo ridicolo e pilotato stilano un architettato articolo sulla stampa dove asseriscono (mentendo sapendo di mentire) che le gabbie sono troppo piccole.

La fine del Canile di Bagnaia ormai credo sia sancita da accordi che né io né altri non possiamo di certo contrastare, sicuramente a vantaggio di qualcuno forse emergerà nei prossimi giorni, ma quel che vorrei, quello che chiedo ai VERI amanti degli animali, è di fare una bellissima passeggiata e di raggiungere il canile, finché ci sarà ancora, e vedere le enormi gabbie che ospitano un numero giusto di animali felici che corrono all’interno di esse e che vivono la loro, se pur orrenda, vita di canile, nel miglior modo possibile, come la loro natura impone, a contatto con il terreno e non con cemento, che se pur trattato corrode irreversibilmente i cuscinetti dei piedi procurando dolori ed infezioni non descrivibili, animali che giocano felici con rami e quant’altro cade loro sul terreno dagli alberi, con cucce non di certo fatiscenti, come descritto vigliaccamente da alcune Associazioni colluse e di godere di questo spettacolo di amore spassionato fatto di  animali pieni di voglia di contatto umano, immerso nel verde di un fantastico castagneto, tra gli alberi che li ombreggiano.

Al pari della nazione in cui vivo, il Canile di Bagnaia certamente sarà destinato a soccombere, ma, un solo desiderio alberga fortemente in me in questi tristi giorni,  vorrei che le menti perverse che chiuderanno alle loro spalle i cancelli, abbiano il coraggio di guardarsi indietro e di vedere quello che era l’eccellente e meraviglioso lavoro di una donna che ha dato la vita per il benessere di quei cani che chiamava per nome uno ad uno e, sempre ammesso che la possiedano, che vengano attanagliati dai giusti sensi di colpa scatenati da una coscienza che bada solo ad interessi economici, tra l’altro sbagliati e molto discutibili, ma comandati e dovuti.

A loro auguro ogni sorta di male, ma al contempo mi adopererò sino allo spasmo affinché gli animali presenti ora, vengano trasferiti in strutture perlomeno accettabili, che al momento ritengo non esistere sul territorio limitrofo, non certo  paragonabili a quelle attuali, ma che gli possano dare almeno in parte quella felicità di cui godono oggi”.