RUSSIA SENZA RUSSI

Kissinger

Mentre sulla guerra in Ucraina infuria una sorta di “Paralipomeni della Batracomiomachia”, cioè la guerra tra topi e rane che il giovane  Giacomo Leopardi si esercitava a comporre nella sua Recanati, e che con l’andazzo populistico e approssimativo che ci danno i social media e gli “esperti”, nuovissimi ma anche riciclati, di viscerale impegno antiucraino, antioccidentale, anti un po’ di tutto, mi è sorta spontanea (!) come incipit una domanda: chi potrebbe prendere oggi in Italia il posto di Mario Draghi in questa contingenza, con lo stesso carisma politico, autorevolezza internazionale, lucidità di idee e prospettive?

Domanda retorica per gli assennati, che spero conservino una solida maggioranza ed ai quali sottopongo alcune riflessioni che si rifanno al titolo di questa 476 esima tappa del nostro percorso di Res Publica: Russia senza Russi.

Nel 1992 essa aveva raggiunto il massimo della sua popolazione con 148 milioni di abitanti; va considerato a spanne che gli USA sono circa 330 milioni, la UE circa 450, il Sud America 423 ml, la Cina 1,4 mld, l’Africa 1, 2 mld, l’India 1,4 mld, tanto per dire che il paese più esteso del globo non è così ben antropizzato come sembrerebbe.

Ma i Russi nel 2035 saranno 140 ml e 130 nel 2050, secondo le stime del demografo Bruno Tertrais, del russo Anatoly Wischnewsky, del demografo inglese Paul Morand che ha calcolato che dalla caduta del muro al 2008 c’è stato un decremento di 8 ml di russi.

Insomma la natalità va a picco e questo fatto ormai eclatante ha avuto ed ha degli effetti sia sulle cause della guerra all’Ucraina, sia sul suo svolgimento.

Quando il Patriarca Kirill si scaglia contro l’Occidente “corrotto e degenere”, lo fa sicuramente per una visione panrussa ideologica più che religiosa, ma anche perchè aborto ed LGBT sono concause determinanti del calo di popolazione.

Basta scorrere gli elenchi dei morti e feriti dalla parte russa nel conflitto, 20/30 mila vittime ed i doppio di feriti: ebbene è evidente, come del resto fecero gli USA in Vietnam con i neri, che si evita per quanto possibile di far combattere i russi: non ce n’è uno di Moasca, ci sono daghestani, buriaziani, ceceni e quelli delle repubbliche che terminano in ..sthan.

Quindi per Putin una guerra che distrugge soprattutto le infrastrutture civili oltre che quelle militari, non può che favorire una immigrazione forzosa, come quella delle migliaia di bambini che vengono russificati, come le recenti inchieste dimostrano.

Ora è vero che se la Russia è calata quest’anno di circa 600.000 unità l’Italia l’ha fatto per circa 400.000, il Giappone non ne parliamo e l’intera UE è nel trend; ma in Russia c’è un altro fenomeno demografico peculiare e per loro allarmante: l’ISLAM.

La rivolta cecena fu annegata nel sangue ed soppresa nella desertificazione delle città, Grozny docet, ma le popolazioni musulmane sono più numerose  in 7 repubbliche russe su 21 e continuano a crescere; oggi con circa 20 milioni i musulmani rappresentano tra il 15 ed  il 20% della popolazione russa, ma nel 2035 saranno oltre il 30% (fonte Tertrais) e nel 2040 Russia Today prevede addirittura il sorpasso.

Henry Kissinger l’ha descritta come l’“incubo demografico al confine con la Cina”, ma anche come l’ “incubo ideologico nella forma dell’Islam radicale”; l’impero invecchia e si islamizza per l’alta fertilità delle Repubbliche musulmane e l’assenza dell’uso di alcol di cui invece i Russi abusano; e Putin va fuori di testa!

Francesco Chiucchiurlotto