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Al Teatro Bianconi valanghe di risate con Mario Antinolfi, Carla Schiavone e qualche pillola di… Xanax

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CARBOGNANO – Lo Xanax, un famoso ansiolitico, e una commedia teatrale esilarante. Entrambi favoriscono serenità e aiutano a bloccare attacchi di panico e paranoie di ogni genere aiutando ad accettare la realtà con tranquillità traendone, per quanto possibile, benefici positivi. E’ questo il tema di fondo del nuovo spettacolo in programma al Teatro Bianconi domenica 21 gennaio alle ore 17.00, dove Mario Antinolfi con la Attori & Company presenta, appunto, XANAX di Angelo Longoni con lo stesso Mario Antinolfi e Carla Schiavone sulla scena, regia di Marco Cavallaro.

Esilarante testo che vede scontrarsi e intrecciarsi le solitudini, le angosce esistenziali e le timorose speranze per un futuro migliore di due personaggi assolutamente attuali, nei quali gli spettatori non faranno certo fatica ad immedesimarsi con naturalezza. Un uomo e una donna in una situazione esasperata, claustrofobica, estrema. Due persone quasi sconosciute che sono costrette improvvisamente a condividere gli elementi più intimi del proprio corpo e della propria anima.

Un venerdì sera, Laura e Daniele, trattenutisi fino a tardi in ufficio, si incontrano estenuati nell’ascensore e da questo istante ha inizio un’avventura imprevista: l’ascensore rimane bloccato e del tutto vani si riveleranno i tentativi di attirare l’attenzione del guardiano del palazzo, l’unico rimasto al suo interno che potrebbe soccorrerli; la loro attesa si protrarrà per l’intero week-end, tra attimi di terrore incontrollato, le difficoltà “tecniche” della convivenza forzata di due pseudo-sconosciuti in pochi metri quadrati, la possibilità di confrontare le loro travagliate esperienze esistenziali e magari la scoperta l’uno nell’altro di una comprensione ed un sostegno preziosi ed irrinunciabili. In quarantotto ore si può arrivare a dichiarare tutti i propri fallimenti, le proprie illusioni e speranze tradite, le proprie incapacità sul lavoro e nell’amore ed i propri torti nei confronti delle proprie famiglie.

L’isolamento in questo modo riesce paradossalmente a produrre un effetto quasi “terapeutico” in grado di dare la forza ai due protagonisti per ricominciare una vita migliore e più consapevole, ma lo sarà?

Diego
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