Mammagialla, detenuto tenta di strangolare un poliziotto

Mammagialla

Torna ancora una volta al centro delle cronache la Casa circondariale di Viterbo, dove sembra non passare settimana in cui non si registrino da un lato gli episodi violenti ed eventi critici e dall’altro le richieste di urgenti provvedimenti da parte dei rappresentati sindacali SAPPE dei poliziotti penitenziari.
L’ultimo grave evento è accaduto, come riporta il segretario nazionale per il Lazio del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria Maurizio Somma, ieri sera: “Un detenuto ha chiesto al poliziotto della Sezione Giudiziaria di avere il numero di protocollo di una sua istanza presentata presso l’ufficio Matricola: il collega ha chiamato in matricola ma l’istanza ancora non era partita. Riportata la notizia al detenuto, questi ha dato in escandescenza cercando di oltrepassare il cancello di sbarramento che porta alle scale del personale in tal modo da raggiungere la Matricola arbitrariamente. L’Agente ha cercato di chiudere il cancello ma il detenuto, insieme ad altri glielo ha impedito, ed avvicinandosi al poliziotto gli ha sferrato una testata in pieno volto, proseguendo con un pugno sul viso. Non contento, nella sua follia delinquenziale, una volta a terra, il detenuto ha tentato di strangolarlo, anche con il supporto di altri detenuti ma, per fortuna, l’Agente della adiacente Sezione detentiva è riuscito a dare l’allarme e permesso l’intervento ed i soccorsi di altre unità”.

Impietosa la denuncia di Luca Floris, vice segretario regionale del SAPPE: “La Polizia Penitenziaria continua a subire violenza quotidiana tra la totale indifferenza degli organi superiori e delle istituzioni. Il SAPPE torna a chiedere l’intervento delle istituzioni ministeriali e dipartimentali al fine di porre in essere ogni possibile iniziativa di propria competenza, a tutela dell’incolumità del personale di Polizia Penitenziaria operante ed auspica che possa esserci finalmente un chiaro e decisivo intervento, affinché si eviti qualche ennesimo dramma per la Polizia Penitenziaria”. “Siamo al collasso del sistema penitenziario e questi eventi stanno facendo statistica”, denunciano Somma e Floris. “Viterbo è uno degli istituti più problematici d’Italia per quanto riguarda l’alta percentuale di eventi critici ed aggressioni ai danni del personale di Polizia Penitenziaria. Ad oggi non c’è un clima di sicurezza che pure potrebbe garantire maggiore attenzione alle attività quotidiane a tutela del personale di Polizia Penitenziaria”.

Per Donato Capece, segretario generale del SAPPE, “il nostro primo pensiero va al poliziotto aggredito, a cui va tutta la nostra solidarietà e vicinanza. Ma è sotto gli occhi di tutti, Autorità politiche e ministeriali in primis, come servano interventi urgenti e strutturali che restituiscano la giusta legalità al circuito penitenziario intervenendo in primis sul regime custodiale aperto. Ogni giorno nelle carceri italiani succede qualcosa ed è quasi diventato ordinario denunciare quel che accade tra le sbarreI detenuti, alcuni, quelli più aggressivi e violenti, evidentemente sono convinti non di essere in carcere a scontare una pena ma in un albergo, dove possono fare ciò che preferiscono… La situazione nelle nostre carceri resta allarmante e la realtà è che i nostri poliziotti continuano ad essere aggrediti senza alcun motivo o ragione. Ma è evidente a tutti che è necessario intervenire con urgenza per fronteggiare le costanti criticità penitenziari, a cominciare dal ripianamento delle carenze organiche, ma serve anche più tecnologia e più investimenti: la situazione resta allarmante, anche se gli uomini e le donne della Polizia Penitenziaria garantiscono ordine e sicurezza pur a fronte di condizioni di lavoro particolarmente stressanti e gravose”.