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Viterbo, prosegue la protesta degli agricoltori

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Sono ormai cinque giorni che dalle otto del mattino fino alle quattordici gli agricoltori dell’Alto Lazio, appartenenti ad ogni settore del mondo agricolo, sono in presidio permanente, con i propri trattori, occupando i grandi parcheggi del nuovo centro commerciale nella zona nord di Viterbo.

La manifestazione è una protesta contro “la lenta morte di tutte le attività agricole”, affermano gli agricoltori del Lazio che si uniscono a tutti gli altri in manifestazione nelle altre nazioni della Comunità europea, come in Francia e Germania ad esempio.

“Siamo stati abbandonati da tutte le organizzazioni del settore compresi gli stessi sindacati, – denunciano gli agricoltori – siamo qui come gruppi spontanei organizzati e ci staremo ad oltranza fino a quando chi dice di lavorare per la salvaguardia dell’agricoltura e del suo sviluppo, si farà vivo e darà una risposta concreta alle nostre richieste”.

“Ai nostri prodotti, che sugli scaffali di supermercati e botteghe si trovano a 2/2,50 euro, sul campo – affermano – vengono pagati 45/50 centesimi. Un quintale di concime si aggira intorno ai 45/50 euro; un quintale di grano ci viene pagato intorno ai ventisei euro. E continuamente dobbiamo fare i conti con le condizioni atmosferiche, ciò che seminiamo non sempre arriva integro al raccolto ed alla commercializzazione. Pertanto chiediamo la fine dell’intermediazione di commercio delle grandi società e le multinazionali che operano con lauti guadagni. Chiediamo leggi e sistemi di tutela della gestione commerciale dal produttore al consumatore. Meno importazioni e più valorizzazione e consumo dei prodotti nazionali. Siamo qui per difendere la qualità dei prodotti Italiani, i nostri prodotti che, per secoli, hanno fatto la storia della nostra agricoltura; siamo qui a difendere quel complesso di sapori e gusti specifici che non hanno i prodotti importati da altre nazioni. Chiediamo di cambiare l’attuale sistema che favorisce l’abbandono delle campagne e incentivi economici per spingere i giovani a tornare a lavorare in agricoltura”.

Gli agricoltori lamentano gli alti costi del Gasolio, ormai intorno all’euro e sessanta al litro, e chiedono il ripristino dei prezzi agevolati per il carburante agricolo come era qualche anno fa.

                                                                Pietro Brigliozzi

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