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Crisi energetica, il Sindaco Giampieri scrive al Governo

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«In tutta Europa il caro energia spinge la crescita dell’inflazione. L’aumento dei costi per l’energia, che nel mese di marzo ha registrato un ulteriore incremento del 12,5% rispetto al +32% di febbraio, – si legge nella lettera inviata al Governo – espone a ulteriori rischi e difficoltà le aziende del distretto ceramico di Civita Castellana e soprattutto mette in seria in difficoltà gli operai del settore che con l’aumento dei prezzi e dei beni primari sono costretti a fare i conti per arrivare a fine mese.

Dalla situazione pandemica all’inflazione il passo è stato purtroppo troppo breve, con i prezzi che registrano una crescita di circa il 6,7% annuo, valore più alto dal 1991 quando il conflitto nel Golfo Persico aveva portato i prezzi del petrolio alle stelle. Come naturale conseguenza si deve pertanto considerare come sia i prezzi dei beni alimentari che i prezzi per la cura della casa e della persona abbiano registrato un aumento del 5% ma, più in generale, questo andamento si sta riversando su tutte le categorie di prodotti.

In questo contesto, che vede il costo della vita inevitabilmente crescere a discapito di tutte le famiglie italiane, gli operai del distretto ceramico iniziano a segnalare innumerevoli difficoltà per poter far fronte alle spese mensili. Basti considerare che lo stipendio medio, che non ha registrato aumenti per i lavoratori del settore, si aggira intorno ai 1500,00 euro netti mese. Fare un calcolo partendo valutazioni fatte sopra è cosa rapida e purtroppo poco rassicurante. Lei Presidente, ci ha da poco rassicurato sul fatto che farà di tutto per abbassare l’impatto dei consumi, un augurio che trova tutti vigili e attenti, perché non potrebbe essere altrimenti.

Nello stesso contesto c’è però anche la preoccupazione degli imprenditori della ceramica di dover far fronte ad ulteriori innalzamenti dei costi del gas naturale, situazione inasprita dal conflitto in corso dopo l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia. Da molto tempo questi costi incombono sui produttori e sembra che l’attuale decreto energia per ostacolare anche questi incrementi, purtroppo non potrà essere sufficiente. Gli imprenditori stanno studiando la possibilità di un nuovo aumento dei prezzi di vendita, azione scontata per contrastare il salasso a cui sono da tempo costretti, ma molte realtà valutano lo stop delle attività produttive, cosa che rappresenterebbe uno scenario drammatico per tutto l’indotto, per tutti gli addetti ai lavori e per le loro famiglie.

Il quadro che si va delineando è a dir poco preoccupante e c’è bisogno immediato di sostegni per contrastare una situazione economica di guerra, situazione che offusca la bolla della crescita del Pil del 2021 e per la quale bisogna da subito prendere provvedimenti. Prima che per la tenuta del distretto ceramico sia troppo tardi».

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