Rete degli Studenti Medi di Viterbo prende le distanze dai volantini “No alla scuola del ricatto”, non rappresentano l’idea di scuola e di società

Rete degli Studenti Medi di Viterbo

«Negli scorsi giorni sono stati diffusi da Azione Studentesca dei volantini con scritto “No alla scuola del ricatto” al liceo G. Colasanti di Civita Castellana.
In questi volantini – osservano Teresa Pianella e Bianca Piergentili per la Rete degli Studenti Medi di Viterbo – si faceva riferimento al Green Pass, affermando che ora “la libertà dipende da un codice QR”, denunciando una fantomatica “imposizione del pensiero unico globale” sulla questione del DDL Zan e della gestione dei migranti, strumentalizzando e riducendo all’osso delle tematiche centrali del contesto politico e sociale che stiamo vivendo in questi ultimi anni di emergenza sanitaria.

Come Rete degli Studenti Medi di Viterbo, ci sentiamo in dovere di esprimerci pubblicamente facendo una riflessione seria sui contenuti riportati nel volantino.
Gli studenti hanno vissuto e vivono ancora una situazione molto difficile. I giovani e gli studenti sono quelli che stanno pagando e continueranno a pagare di più le conseguenze di questa pandemia in termini di lavoro, di studio, di opportunità e di esperienze. La retorica dell’“andrà tutto bene” non funzionerà per i giovani se si continuano a instillare nella comunità messaggi individualistici, che spaventano le persone e la società tutta.

Se c’è una cosa che però la pandemia ci ha insegnato, è che, se davvero vogliamo tornare alla normalità e alla socialità, le azioni come il mettere la mascherina, il mantenere il distanziamento, il vaccinarsi, non sono efficaci se non sono introdotti in un contesto di collettività. E questo i giovani lo hanno capito meglio di tutti: inizialmente additati come untori e irresponsabili, noi giovani abbiamo dimostrato invece di essere la fascia d’età con la più ampia percentuale di vaccinati.

Ciò che è riportato nel volantino di Azione Studentesca non solo è scorretto, ma rappresenta un ennesimo tentativo di canalizzare il terrore e la rabbia collettiva su un messaggio politico che vira verso l’odio e la perdita di valore della democrazia.
Sono messaggi politici a cui ci opponiamo da sempre, messaggi che si basano sull’idea di fondo di una società elitaria, che esclude il pensiero altrui, che crea disuguaglianze, che divide.

Noi crediamo invece in un’idea collettiva di società, consapevoli del fatto che solo grazie al dialogo e alla partecipazione di tutti alle discussioni si possa arrivare ad una società realmente solidale, inclusiva e aperta.
Respingiamo con forza il messaggio di Azione Studentesca, poiché non rappresenta e non rappresenterà mai l’idea di scuola e di società a cui gli studenti ambiscono.

Come può la scuola permettere che messaggi del genere circolino indisturbati nei propri spazi?
Abbiamo visto in questi giorni di centri vaccinali che vengono assaltati con la stessa violenza squadrista e fascista che ha travolto anche la sede nazionale della CGIL: questo non è accettabile.
Non è ammissibile che nei luoghi del sapere circolino messaggi che invitano gli studenti a contrattaccare. Cosa si intende per contrattacco? Si intende assaltare e attaccare i lavoratori, i centri vaccinali, le sedi sindacali?

La scuola e gli studenti hanno bisogno di un cambio di passo, hanno bisogno di investimenti sull’edilizia scolastica e di una visione di insieme nella gestione della pandemia. Ma non basta, bisogna interrogarsi su come ripartire da un nuovo sistema scolastico, che viri ad una didattica incentrata sugli studenti e non sulle mere valutazioni o su un illusorio concetto di merito. C’è bisogno di una scuola inclusiva, che alimenti pensiero critico.
Le nuove generazioni hanno bisogno di una società che lotti contro le disuguaglianze come si sta facendo con il DDL Zan, per una società aperta e solidale che sappia affrontare i temi dell’immigrazione andando oltre la legge Bossi Fini sulla gestione dei flussi migratori.
Per fare tutto ciò serve un vero impegno politico. La risposta non può e non deve essere la violenza, la strumentalizzazione e il populismo proposto da Azione Studentesca.

Pretendiamo, da parte delle istituzioni, una reazione a messaggi così gravi e vogliamo dei chiarimenti da parte di Azione Studentesca riguardo i valori che diffonde nelle scuole, prendendo veramente le distanze dalle violenze che si stanno verificando in questi giorni.

La scuola non è questo».