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Viterbo, Caropreso (FDI): “Caporalato piaga sociale da estirpare”

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“La vicenda del litorale viterbese, dove immigrati dei centri di accoglienza erano costretti a lavorare la terra con paghe da fame e senza tutela di nessun genere, – comunica Gabriele Caropreso, Resp. prov.le Dipartimento Legalità Sicurezza Immigrazione FDI, – fa riemergere la grande piaga del caporalato anche nel territorio della nostra provincia. Non basta condannare il caporalato per editto, occorre reprimere un fenomeno di cui si conoscono per intero i contorni e la localizzazione, stroncare quella che rappresenta una vera e propria piaga sociale e fermare la concorrenza sleale di prodotti agricoli di scarsa qualità importati da paesi dove i braccianti sono sottopagati e ripristinare chiare regole di competitività, anche nel mondo dell’edilizia. Siamo di fronte a pratiche di sfruttamento disumane dove le uniche “regole” sono la mancata applicazione dei contratti di lavoro, un salario di poche decine di euro al giorno, a cui seguono storie di ordinaria violenza.

Il caporalato e lo sfruttamento in genere degli immigrati da parte del circuito illegale sono una ragione in più per combattere i trafficanti di uomini e i loro sostenitori. Un’immigrazione incontrollata non aiuta nemmeno i migranti che finiscono tra le braccia della criminalità organizzata e in fenomeni come il caporalato. La soluzione non è quindi aumentare il numero di immigrati o concedere con più facilità la cittadinanza italiana come sostenuto dalla sinistra e sui cui in passato si è arrivati come accaduto con la sanatoria Bellanova, ma avere un’immigrazione regolamentata, su cui il governo Meloni già sta lavorando”.

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