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Viterbo, fiaccolata in memoria di Paolo Borsellino

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VITERBO – Anche per il 2023 il Comitato 19 luglio, nel giorno dell’anniversario della strage di via d’Amelio, ha ricordato Paolo Borsellino: lo ha fatto davanti al murale dedicato ai due giudici.

La memoria del giudice, ucciso nell’attentato insieme a cinque agenti della scorta, è viva oggi più che mai. Un ricordo che va oltre ogni colore politico: l’ex magistrato Carlo Maria Scipio ha preso la parola davanti al folto, silenzioso e statico, per ricordare il sacrificio dei due giudici e della scorta e degli altri uomini di Stato uccisi dalla mafia. Dopo un breve discorso di due ragazzi, Angela Simoncini e Luca Tallarico, il dott. Carlo Maria Scipio ha ricordato che “il miglioramento della vita del nostro Paese passa attraverso la lotta alle organizzazioni criminali”.

Presenti alla fiaccolata le massime autorità civili e militari, il prefetto di Viterbo Antonio Cananà, il questore Fausto Vinci, il Comandante Provinciale dei Carabinieri col. Massimo Friano, un rappresentante del Comandante della Guardia di Finanza, l’on. Mauro Rotelli, il presidente della Provincia Alessandro Romoli, la sindaca Chiara Frontini, il consigliere regionale Daniele Sabatini, i sindaci di diversi comuni della Provincia, i rappresentanti dell’amministrazione comunale.

“Quella di oggi non è una semplice tradizione – ha tenuto a ricordare il Presidente del comitato 19 luglio -, non è una cerimonia di liturgia laica. È una testimonianza per affermare il valore dei principi di legalità, democrazia e rispetto delle leggi; principi in base ai quali hanno operato Falcone e Borsellino e dei quali io, con un certo pudore, affermo di essere stato modestissimo collega”.

Scipio ha ricordato anche la figura di Rosario Angelo Livatino, ucciso dalla mafia ad Agrigento il 21 settembre 1990 e beatificato dalla Chiesa cattolica. Poi Scipio ha rimarcato: ” Questi signori sono dei martiri. Consapevoli del rischio che correvano, hanno continuato a svolgere con la dedizione più totale quella professione straordinaria che è la professione del magistrato. Una professione che è al tempo stesso entusiasmante e sconvolgente, perché ha il compito più difficile: giudicare il proprio simile, riportando ordine e riaffermando la legge, laddove qualcuno ha creato disordine. Non è un esercizio di potere, ma un servizio per tutti i cittadini. Quello che hanno offerto Falcone, Borsellino e gli altri martiri è un servizio. Ma non possiamo fare a meno di ricordare anche le scorte”.

Ha poi aggiunto: “Ho un messaggio da trasmettere: bisogna fare in modo che la memoria di questi eroi non tramonti mai. Trovate il tempo di illustrare a figli e nipoti quanto successo, di trasmettere loro che i principi di legalità democrazia, giustizia debbano essere sempre i fari che illuminano le nostre azioni. Dobbiamo fate in modo che i ragazzi che di affacciano alla vita capiscano il valore della legalità”. Poi il Presidente ha ricordato: “Il 21 marzo scorso mi sono intrattenuto con alcuni ragazzi dell’Egidi, insieme al sostituto procuratore Paola Conti. Siamo stati due ore a rispondere alle loro domande. È importate dare loro input adeguati. Ci sono principi fondamentali che vanno rispettati e l’albero della giustizia e della legalità, innaffiato dal sangue dei martiri, deve crescere. Il 19 luglio, con la condanna di Messina Denaro, è una data di riaffermazione di legalità”.

Scipio ha infine auspicato “che il nostro comportamento sia nel rispetto delle leggi, sempre” e ha invitato i presenti a un momento di riflessione.

Diego
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