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BORGHI E PAESI

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Un ennesimo bando con poche risorse per 5435 “piccoli” Comuni sino a 5000 abitanti, che al massimo ne soddisferà 220; ma come si fa a costruire una identità forte, come oggi appare necessario nelle aree interne e montane del nostro Paese, in un contenitore istituzionale che è generalmente e genericamente definito PICCOLO ?!

Piccoli i Comuni che manutengono il 54% della superficie nazionale, rappresentano il 73% del numero dei Comuni; amministrano oltre 10 milioni di abitanti, ecc. ecc.? piccoli i Comuni che grondano di storia patria, contengono gran parte del nostro paesaggio, ambiente, storia, arte, cultura,  folclore,  tradizioni??  

 Piccolo e piccoli, come sinonimo di scarsità, minutezza e marginalità, non solo di condizioni demografiche, ma poi facilmente anche di problematiche, di peso istituzionale e quindi politico; così ad ogni congiuntura sfavorevole, chi comanda trova facilmente su chi scaricarne i costi, ma trova anche gli “stracci” da far volare come bersaglio per l’opinione pubblica: Comuni polvere, numerosità, spreco, sagre, campanili, padelle…

Ma tornando all’identità, chi mai di noi si definirebbe solo con un aggettivo, chi mai identificherebbe se stesso con termini come: “brutto”, “inadeguato”, “insufficiente” o anche “carino”, “bravino”, ecc.; piccolo è un aggettivo; ed è per noi un altro elemento di debolezza identitaria, perché nessuno si definirebbe al minimo della possibile percezione esterna.

J.J. Rousseau, l padre della democrazia moderna e della moderna pedagogia,  riteneva criminale definire un bambino, nella sua specificità e complessità, come Piccolo Uomo; così è per i Comuni, entità esponenziali di collettività e territorialità millenarie.

Esistono invece i borghi ed i paesi: borghi, con le caratteristiche non solo storiche e storicizzabili, ma facilmente identificabili, come quelli medievali o rinascimentali, per comunità che si riconoscono in un territorio e si organizzano nell’istituzione comunale;  poi ci sono i paesi, con caratteristiche dimensionali più vaste e complesse, con articolazioni socioeconomiche più sviluppate.

 Per esempio quando pensiamo al Comune, dove siamo nati e dove viviamo, ciascuno pensa al “mio Paese”; poi però anche al “mio Borgo”, se c’è, medievale o rinascimentale, che è il nucleo abitativo originario e che vorremmo conservare, tutelare, valorizzare perché i motivi identitari lì si esaltano e completano; in altri casi magari il borgo è la sola dimensione abitativa esistente, può essere individuato da chi lo guarda arroccato su una montagna o una collina e lo si abbraccia con un colpo d’occhio.

 “ I COMUNI D’ITALIA: BORGHI, PAESI, CITTA’, METROPOLI ”; ecco tracciata la proposta di una identità ed una distinzione che comprenda anche le città, medie, grandi, metropolitane; non c ‘è niente di piccolo o di minore; niente di trascurabile o di subalterno, semplicemente qualcosa di diverso, istituzioni territoriali diverse, con diversi ruoli ed esigenze diverse, con la ricchezza che ogni diversità comporta, ma soprattutto con la stessa dignità istituzionale e costituzionale che, l’art.114 sancisce, e l’art.5 della   riconosce. Se lo fa la Costituzione, perché non lo fa un ministro o un Presidente?

Francesco Chiucchiurlotto

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