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FUORI UN ALTRO

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La Russia è un rebus avvolto in un mistero che sta dentro a un enigma.”

Se lo diceva Winston Churchill, uno che se ne intendeva, toccherà tenerne conto anche in questo frangente dell’attentato a Prigozhin, morto oppure a breve e di nuovo, arrogantemente insultante sulla nomenclatura del novello Stalin.

Intanto registriamo la Kabala del numero 24: febbraio l’invasione; giugno la marcia su Mosca; agosto la “punizione” sull’eversore della Wagner.

Del resto quando assassinarono la meravigliosa Anna Politkovskaja, non era il giorno del compleanno di Vladimir?

Come in Stalin, oggi il terrore esercitato metodicamente è sia repressivo che preventivo: Jozip prima di addormentarsi stilava i famosi “elenchi” che l’NKVD al mattino metteva in pratica e sino a qualche decennio fa a Mosca, scavando per il gas o la rete elettrica, venivano fuori, oltre che alla Lubianka, le fosse comuni degli eliminati nemici del popolo.

Allora la “spinta propulsiva” della Rivoluzione di Ottobre, giustificava ogni eccesso e conteneva ogni protesta, anche delle migliori intellettualità, delle più coraggiose personalità della cultura internazionale.

Ma oggi? Come può il Kriminale del Kremlino continuare imperterrito col suo FSB, a far uccidere avversari, critici, oligarchi, sfidanti? Sui quotidiani gli elenchi dei morti ammazzati è puntualmente aggiornato; i crimini di guerra sono diventati oltre che incalcolabili, indescrivibilmente inaccettabili per crudeltà ed efferatezza.

Come può dislocare truppe mercenarie sin alle propaggini della nostra Sicilia, nel Sahel, nel centr’Africa, ed altrove; affamare il mondo distruggendo il grano; sequestrare migliaia bambini per colmare il proprio gap demografico; bombardare per bombardare obiettivi civili; ridurre al sottosviluppo gran parte della sua popolazione fuori dalle metropoli; sfidare la Divinità con le sceneggiate organizzate dal sodale Kirill.

Come può fare tutto ciò senza che salga un diffuso, unanime, inarrestabile moto di sdegno, di ripulsa, di schifo, nell’opinione pubblica internazionale e nella nostra?

Questa è la domanda che dovrebbe interrogare le nostre coscienze; almeno di quelle che vorrebbero conservare i valori migliori dell’Occidente e della sua democrazia, che sempre con Churchill, è il peggiore dei metodi di governo, fatta eccezione per tutti gli altri.

Non so rassegnarmi al Salvini sulla Piazza Rossa con la maglietta di Putin e gli affari con Gazprom all’Hotel Metropol, che stima il Presidente Mattarella quanto la metà del Kriminale, e che condiziona la sua parte di RAI con i comunicati della propaganda russa.

Né a Bianca Berlinguer, col suo azzimato professorino che spara fandonie senza contraddittorio; neanche al Prof. Canfora che gioca con i milioni di vittime dell’Holodomor, il genocidio per fame del ‘33/34 in Ucraina, sofisticando sulle attribuzioni motivazionali; sorvolo sugli zombi televisivi alla ricerca di una nuova stagione di record on share.

La misura di ciò che viviamo come spettatori inermi, è quella del neo populismo trionfante in cui eroi della libertà come Alexei Navalny, dopo essere scampato ad un avvelenamento del KK’s, ritorna a lottare in Russia e viene l’altra settimana condannato a 19 anni per “estremismo”!!! senza che qui in Italia si vada oltre a qualche titolo o apertura di giornale, qualche tirata nei talk, senza una reazione civile degna di questo nome, senza Chiesa e comitati PD, ma con un cinismo di cui mai ci avrei creduto capaci.

E se toccasse tra qualche tempo a noi?

Francesco Chiucchiurlotto

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