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HL COME STRATEGIA DELLA TENSIONE

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Verso le 18:20 del 7 gennaio 1978 cinque giovani militanti missini che si apprestavano a uscire dalla sede del Movimento Sociale Italiano in via Acca Larentia per pubblicizzare con un volantinaggio un concerto del gruppo di musica alternativa di destraAmici del Vento, furono oggetto di colpi da diverse armi automatiche sparati da un gruppo di fuoco formato da cinque o sei persone. Uno dei militanti, Franco Bigonzetti, ventenne iscritto al primo anno della facoltà di medicina e chirurgia, rimase ucciso sul colpo.

Il meccanico Vincenzo Segneri, ferito a un braccio, rientrò nella sede del partito e, assieme ad altri due rimasti illesi – Maurizio Lupini, responsabile dei comitati di quartiere, e lo studente Giuseppe D’Audino – riuscì a chiudere dietro di sé la porta blindata, sfuggendo in questo modo all’agguato; lo studente diciottenne Francesco Ciavatta, pur ferito, tentò di fuggire ma, fu inseguito ed ucciso da colpi sparatigli alla schiena.

Poco dopo durante la manifestazione di protesta che ne seguì, fu ferito dalle forze dell’ordine intervenute, Stefano Recchioni,[5] militante della sezione di Colle Oppio e chitarrista del gruppo di musica alternativa Janus, che morì dopo due giorni

Allora: confesso che sulla strage di Acca Larentia, sino alla manifestazione di questo gennaio, sapevo poco o niente, a parte una vulgata confermata ogni tanto in occasione dell’anniversario, di un agguato da parte di militanti di sinistra che dopo il ’77 avevano scelto la lotta armata e che in particolare a Roma, esibivano il culto della P38.

Stavolta cominciando a leggerne alcuni approfondimenti, sono giunto ad alcune conclusioni indiziarie che inquadrano HL nella Strategia della Tensione iniziata il 12 dicembre 1969 con le bombe di Piazza Fontana, sino al 9 novembre 1989 con la caduta del muro di Berlino, piuttosto che nella violenza armata autoprodotta in quegli anni.

Tutta la letteratura ideologica delle formazioni terroristiche di sinistra, più diffuse e numerose, e di quelle di destra, è di una povertà linguistica impressionante e di una inconsistenza teorica evidente, a fronte di tante elucubrazioni colte e dotte derivanti dal movimento del 1968; essa sa di copiaticcio, di elaborazione a tavolino e non sul campo.

Le sigle fantasiose utilizzate, come i “Nuclei Armati per il Contropotere Territoriale, che esordisce proprio quel giorno; la rivendicazione truculenta contro squadristi assassini, mentre gli uccisi erano ragazzi impegnati a destra nel sociale, nella musica ed in una militanza estremista, ma pacifica; l’efferatezza dell’omicidio di Francesco Ciavatta mentre fuggiva; le armi impiegate ed in particolare una mitraglietta Scorpion, acquistata dal cantante Jimmy Fontana e venduta secondo lui ad un Commissario di Polizia del Tuscolano, quartiere di Via Acca Larentia, che però nega; infine la stessa arma, che dopo aver segnato altri fatti sangue, viene rinvenuta in un covo “freddo”  BR a Milano.

Poco dopo quei fatti, il 16 marzo 1978, viene rapito Aldo Moro e si assiste al tentativo di condizionamento e destabilizzazione della politica italiana più importante e decisivo della Repubblica, ed HL potrebbe esserne il prologo, preparatorio di un  clima adatto all’evento.

Sono recentissime le rivelazioni sulla strage di Via Fani, ed  ancora emergono particolari inquietanti sui partecipanti, sulle armi impiegate, sulla gestione delle lettere di Moro e sulle farneticanti risoluzioni che sanno di confezionamento astruso ed anche improvvisato.

Domande senza risposta, tracce inequivocabili di servizi segreti domestici deviati e agenti stranieri, che non possono non ricondurre ad una strategia ampia che alzando la tensione nel Paese, tra opposti estremismi violenti, e conati sedicenti rivoluzionari manipolabili ed etero dirigibili, avesse l’obiettivo di fermare la convergenza in atto tra DC e PCI, come 20 anni prima l’avanzat a sindacale e politica della sinistra.

Credo che accanto alla sacrosanta condanna ed all’indignazione per le manifestazioni di stampo “nostalgico” che ogni anno si tengono in Via Acca Larentia, quei ragazzi abbiano diritto alla loro verità politica e storica, come del resto le altre tantissime vittime che l’attendono nei cimiteri della nostra fragile democrazia.

Francesco Chiucchiurlotto

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