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NOI E KIEV

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L’ultimo è stato Andreij Morozov, a morire “suicidato” per aver rivelato i dettagli della battaglia che i russi hanno di recente vinto nel Donbass; rivelando cioè che era costata 16.000 soldati russi morti e centinaia di mezzi corrazzati distrutti.

Il giornalista, tra l’altro putiniano convinto, per troppo zelo ha rovinato l’effetto propagandistico della vittoria ed è stato attaccato dai poteri forti e spietati del Kremlino.

Sarebbe interessante riuscire un giorno a ricostruire una sorta di martirologio putiniesco delle decine di oppositori, dissidenti, semplici avversari politici e scomodi intellettuali, o anche di oligarchi, comandanti militari, sodali fedeli in odore di eresia.

Dopo la morte di Alexei Navalny, così crudele e spudorata, qualcosa è cambiato nel modo di percepire la strategia di ripristino di parte dell’URSS di Vladimir Putin con l’aggressione all’Ucraina di due anni fa, come ultimo, ma non finale, atto bellico.

La guerra di Gaza iniziata con le stragi del 7 ottobre (data del compleanno di Putin: altro omaggio allo Zar, come l’assassinio di Anna Politkovskaja,  o pura coincidenza?) aveva oscurato la guerra ucraina con tutto il mondo mass mediologico concentrato su Israele ed Hamas; due guerre nei dintorni sembravano troppe.

Oggi l’efferatezza del regime autocratico, la ripresa vincente dell’avanzata russa, pongono a tutti gli Occidentali questioni di opinione, di morale, di coscienza individuale.

Ci siamo illusi, dalla fine del secondo conflitto mondiale, con la formazione dell’Unione Europea, la caduta del Muro di Berlino e la dissoluzione dell’URSS, che la pace garantita per decenni in questa parte di mondo, fosse stabile ed irreversibile.

Non abbiamo voluto vedere che la presa del potere di Putin dal 1999 ha comportato la guerra distruttiva e stragista in Cecenia; quella lampo per i territori pregiati della Georgia; e poi in Siria, in Crimea, nelle regioni russofone ucraine, sino ai 30 Km di carri armati in marcia verso Kiev.

E’ stato per l’eroismo di un pugno di soldati ucraini, con una battaglia durata dal 24 al 27 febbraio 2022, che si fermarono i russi e si mise fuori uso l’aeroporto di Antonov-Hostomel, facendo fallire l’”operazione speciale”, come ha ricordato il Presidente del Consiglio italiano, Giorgia Meloni, a Kiev per partecipare alle celebrazioni di quei giorni.

C’è un altro fantasma che aleggia oltre l’”operazione speciale”, trasformatasi in guerra ordinaria, sanguinosa e distruttiva; quello della Conferenza di Monaco del 29 settembre 1938, quando Inghilterra, Francia, Germania ed Italia, consegnarono ad Hitler i Sudeti, territori germanofoni ma della Cecoslovacchia, come si vuol fare con il Donbass.

Neville Chamberlain allora commentò: “E’ la pace per i nostri tempi!” Winston Churchill disse invece: “ Potevano scegliere tra il disonore e la guerra, hanno scelto il disonore ed avranno la guerra!” Tutti sappiamo chi ebbe ragione!; Si vis pacem para bellum!

Francesco Chiucchiurlotto

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