Asl di Viterbo: 1350 richieste prese in carico, di cui oltre 1000 evase interamente attraverso la televisita

La Asl di Viterbo, ormai da un anno, ha attivato, inizialmente in forma sperimentale, un servizio di telemedicina per la gestione dei presidi e degli ausili per l’incontinenza, producendo dei numeri decisamente significativi. Nello specifico: 1350 sono state le richieste complessivamente prese in carico, di cui oltre 1000 evase interamente attraverso la televisita.

Sono volumi di attività considerevoli che avrebbero comportato un dispendio di ore di specialistica notevole nel caso di accesso del medico a domicilio, considerando che, alla tempistica della visita, si aggiungono i tempi di percorrenza. L’attivazione di ambulatori dedicati alla televisita per rinnovo piani terapeutici gestito da più specialisti, da questo punto di vista, consente alla Asl di Viterbo di gestire un numero importante di richieste con una attività di circa 15 ore settimanali. Determinante per il raggiungimento dell’obiettivo è stato il lavoro della Centrale operativa territoriale aziendale, che offre supporto al servizio di medicina protesica aziendale, per la gestione delle liste d’attesa, l’organizzazione delle sedute, fino al completamento dell’iter che vede l’inoltro del piano terapeutico all’utente e all’erogatore finale del prodotto. Importante è stata anche l’azione di formazione operata dal personale infermieristico della Centrale. Infatti, la televisita deve essere preceduta da una adeguata e puntuale informativa, coinvolgendo sia l’utente che il suo caregiver.

La telemedicina – spiega il commissario straordinario della Asl di Viterbo, Egisto Bianconi – rappresenta un approccio innovativo nella riorganizzazione della rete assistenziale sanitaria, nel rispetto dei principi di prossimità, equità e facilitazione nell’accesso alle prestazioni. L’erogazione dei servizi a distanza attraverso dispositivi digitali, internet e i nuovi sistemi di comunicazione a distanza, consente di ottimizzare i tempi di lavoro dei professionisti sanitari e ridurre gli accessi alle strutture da parte dei cittadini, in particolare di quelli che hanno importanti limitazioni nella mobilità”.

Nello specifico, i presidi e gli ausili per l’incontinenza necessitano di un piano terapeutico che può essere rilasciato solo da uno degli specialisti indicati dalla normativa vigente. Gli utenti che hanno bisogno di questi ausili sono spesso rappresentati da persone con impossibilità a essere trasportati presso le strutture ambulatoriali e che, quindi, necessitano di una visita a domicilio o, in altri casi, da persone che hanno comunque grosse limitazioni funzionali che rendono difficoltoso l’accesso ai servizi sanitari. Queste persone spesso devono essere accompagnate da un famigliare incidendo anche sui tempi di vita e lavoro del nucleo familiare. A oggi le prestazioni domiciliari, considerando l’elevato numero di anziani presenti nella Tuscia, circa il 26% della popolazione ricade nella fascia d’età over 65 anni con un indice di dipendenza superiore alla media regionale e nazionale, rappresentano una grossa fetta di attività della specialistica ambulatoriale, in particolare per quanto riguarda la geriatria, la neurologia e la fisiatria.

I servizi di telemedicina – conclude Egisto Bianconi – ovviamente non possono sostituire la prestazione sanitaria tradizionale, ma piuttosto la integrano rendendola più efficiente e più dinamica. Tuttavia, ritengo che introdurre nuove forme di assistenza che assicurino lo stesso livello di accuratezza delle visite in presenza, ma con una modalità più agile per i pazienti e per gli stessi professionisti, sia sempre più decisivo nel processo in corso nella nostra provincia di costruzione di un nuovo modello di sistema sanitario locale, sempre più attento ai reali bisogni di salute dei cittadini, e che sappia coniugare la sostenibilità, l’innovazione e la prossimità delle cure. Per questo intendiamo riprodurre questa esperienza positiva anche in altri contesti operativi”.