La Asl Viterbo in campo per la Giornata mondiale dell’Alzheimer

“Mai troppo presto, mai troppo tardi” è il tema dell’edizione 2023 della ricorrenza istituita dall’Organizzazione mondiale della sanità e dall’Alzheimer’s disease international

Anche la Asl di Viterbo, attraverso i Centri territoriali disturbi cognitivi e demenze e il Centro per le malattie neurodegenerative di Belcolle, partecipa all’edizione 2023 della Giornata mondiale dell’Alzheimer.

“Mai troppo presto, mai troppo tardi” è il tema dell’edizione 2023 della ricorrenza istituita nel 1994 dall’Organizzazione mondiale della sanità e dall’Alzheimer’s disease international e che si celebra ogni 21 settembre. Un tema che mira, quest’anno, a sottolineare il ruolo fondamentale dell’identificazione dei fattori di rischio e dell’adozione di misure proattive per la diagnosi precoce e la presa in carico della malattia

A tal proposito, per tutta la giornata, la Asl di Viterbo mette in campo una serie di iniziative di comunicazione e di informazione, anche tramite una campagna realizzata per l’occasione veicolata sul portale e su tutti i canali social aziendali.

“Nello specifico – spiega il coordinatore della rete territoriale dei disturbi cognitivi e demenze della Asl, Paolo Salotti -, insieme con l’area della comunicazione abbiamo realizzato la campagna di sensibilizzazione ‘Demenze, possiamo ridurre il rischio?’ che mira a evidenziare l’importanza della prevenzione (primaria e secondaria) e dell’intervento precoce per arrivare a una diagnosi tempestiva che consente di produrre miglioramenti nella prognosi della malattia stessa e nella qualità di vita delle persone ammalate di demenza e delle loro famiglie. Intendiamo diffondere  la campagna a livello più capillare possibile sul territorio: negli studi dei medici di medicina generale, in tutti i nodi della rete aziendale delle demenze e, anche, tra i cittadini con incontri dedicati (diversi già programmati per il prossimo autunno in alcuni Comuni della provincia di Viterbo)”.

I Centri disturbi cognitivi e demenze di Soriano nel Cimino, Civita Castellana, Tarquinia e Acquapendente – conclude Salotti – costituiscono l’espressione territoriale della rete aziendale delle demenze. Sono composti da neurologi, geriatri, neuropsicologi, psicologi clinici, assistenti sociali, infermieri e personale riabilitativo. Oltre alla diagnosi, effettuano interventi farmacologici, di riabilitazione cognitiva individuale e di gruppo, trattamenti di supporto e psico-educazionali rivolti ai pazienti e ai loro familiari.

La rete, nell’ambito del sistema di presa in carico dei diversi setting assistenziali, si completa con il Centro per le malattie neurodegenerative di secondo livello dell’ospedale Belcolle di Viterbo, dove, tra l’altro, è presente il centro per i disturbi del movimento (p.e. malattia di Parkinson e tremori) e dove vengono eseguite le diagnosi di forme rare delle malattie neurodegenerative e di quelle ad esordio giovanile.

La diagnosi precoce nelle demenze, con particolare attenzione in quelle ad esordio giovanile, che colpiscono le persone di età inferiore ai 65 anni – spiega Daniele Mei, coordinatore del centro di Belcolle – , è un fattore determinante. Sebbene meno comuni rispetto alle demenze nell’età anziana, quelle giovanili rappresentano una sfida significativa, spesso caratterizzata da una diagnosi ritardata. Secondo dati epidemiologici, la prevalenza delle demenze ad esordio giovanile è in aumento, con un impatto sociale ed economico significativo sulla vita dei pazienti e delle loro famiglie”. Secondo la UKBDRS, la UK Biobank Dementia Risk Score, i fattori di rischio correlati allo sviluppo delle demenze sono: l’eredità genetica, l’età, gli stili di vita, le malattie cardiache e il diabete, ma anche il livello di istruzione.

La diagnosi precoce delle demenze a esordio giovanile è, dunque, essenziale per vari motivi: perché consente l’accesso a trattamenti farmacologici e a terapie non farmacologiche che possono migliorare la qualità della vita e rallentare la progressione della malattia; perché i pazienti e le loro famiglie possono ricevere il supporto psicologico ed educativo necessario per affrontare la malattia in modo più efficace; perché può aiutare a ridurre il costo socio-economico associato, evitando ricoveri ospedalieri inutili e assistenza a lungo termine.

“Per questa tipologia di pazienti – conclude Daniele Mei – il Centro per le malattie neurodegenerative di Belcolle è sempre più un punto di riferimento. Confrontando i dati epidemiologici presenti sui siti istituzionali e i dati della popolazione che si rivolge presso la nostra struttura, si evidenzia che il solo centro ospedaliero ha preso in carico il 27% dei soggetti affetti da demenza presenti nella Asl di Viterbo e quando si considerano le forme giovanili (età inferiore ai 65 anni) e quelle dei giovani anziani (età inferiore ai 74 anni), tale percentuale arriva al 75%. Un progressivo incremento dei pazienti, registrato nel corso degli anni, che si è accompagnato a un consolidamento della complessità diagnostica che, a Belcolle siamo in grado di mettere in campo, grazie anche un impegno multidisciplinare e multiprofessionale garantito da numerose unità operative. Tutto questo ha prodotto, infine, una diminuzione sensibile del tasso di ricovero per demenza che, nella Tuscia, nel 2017 era di 9.6 su 100mila residenti e che, nel 2023, si è assestato su 5,9”.