Sulle tracce del visionario, un percorso nell’arte del guardare dell’artista Fiorenzo Mascagna

Fiorenzo Mascagna

“Visione prassica e semiotica dell’Arte nelle opere di Fiorenzo Mascagna, in un iter iniziatico verso la lettura introspettiva di una ricerca artistica che traccia, incide e include una rinascita spirituale. 

L’artista – scrive la Prof.ssa Francesca Pandimiglio, Conservatore dei Beni Culturali, Archeologo Medievista, Storico e Critico Dell’Arte – ci propone un nuovo battesimo rigenerante, il quale attraverso questi suoi ultimi lavori  scultorei vuole proporre e donare in una sorta di sfida soggettiva.

La  formazione accademica di Mascagna e la sua continua indagine, associata ad un profondo studio filosofico e alla esplicazione dell’analisi introspettiva umana, conducono ad una fase espressiva ricca di densità  materica degli elementi compositivi, i quali  amplificano  l’emozione. 

Sono quadri realizzati in legno, pietra, pelle, vernici e sono tangibili, perché la percezione tattile consente di alimentare la visione come una sorta di alfabeto Braille, vi è una texture percettiva densa di contrasti tra caldo e freddo, tra liscio e ruvido, tra opaco e metallico.

Il passaggio dal vedere al guardare fino all’osservare segna le fasi di una trasmutazione artistica che nobilita sensorialmente il visitatore. 

Mascagna mette in opera studi di fisiologia ottica, di fisica fotonica e psicologia percettiva per coinvolgere lo spettatore in un dinamismo illusorio e prospettico.

Cèzanne diceva che “l’arte è sempre l’occasione per dire altro” e questo avviene anche in Mascagna che in questo suo ultimo percorso intraprende la fase del Racconto e della narrazione.

La filosofia di Gaston Bachelard, attraverso l’analisi del concetto del  materialismo razionale che si  trova al centro di uno spettro epistemologico le cui due estremità degli opposti sono costituite dall’idealismo e dal materialismo, è l’elemento cardine dello studio dell’artista Fiorenzo Mascagna.

Bachelard scriveva: “La nostra appartenenza al mondo delle immagini è più forte, più costitutiva del nostro essere che non l’appartenenza al mondo delle idee”. 

Ed ancora il filosofo incoraggia le dolcezze del fantasticare, della “rêverie”, e si lascia andare alle evocazioni ispirate dalla “fiamma di una candela”, da qui conclude che “la conoscenza del reale è una luce che proietta sempre da qualche parte delle ombre”.

Il contesto storico dove è inserita la mostra “Sulle Tracce del Visionario” galvanizza ancora di più una sensazione emotiva segnata dal contrasto di ombre nell’ambiente espositivo e della luce radiante sui cavalletti, fa squillare i toni cromatici di una tavolozza dalle sfumature metalliche, sonanti ed argentine delle vernici.

Lo sperimentalismo di Mascagna è approdato alla nuova esaltazione del mito storico con l’opera “Orgoglio” ed ha dedicato un quadro anche all’artista Fellini il quale da regista fece si che l’amalgama tra la confusione e il sogno tracciasse l’innovazione cinematografica del suo tempo nel cinema italiano ed internazionale. 

Mascagna ha in un certo senso ripercorso questo viaggio e attraverso l’illusione ha messo in mostra un gioco vivace e festoso di emozioni musicali in particolare con l’opera “Il suonatore di pietre”. 

Il linguaggio stilistico e semantico di Mascagna si può definire come una metafora che unisce più elementi della sfera sensoriale in un accostamento, che per varie contingenze storico-culturali e stilistiche, esordisce in fieri in un determinarsi di un mutamento prossemico e continuo nella sfera sensoriale auditiva e visiva”.