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Grande successo per l’evento su Pasolini organizzato da MuVi al Museo della Ceramica

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Successo al Museo della Ceramica nel cinquecentesco Palazzo Brugiotti, per l’evento su Pasolini organizzato da MuVi e tenuto da Rosella Lisoni, autrice dei libri Eros e Thanatos nei racconti di Canterbury di Pasolini (volume che ha ricevuto il premio internazionale Salvatore Quasimodo) e Pasolini tra Forma e realtà.

La professoressa Anna Maria Fausto ha assolto egregiamente l’incarico di moderatrice dei numerosi interventi del pubblico presente.

La serata culturae è stata aperta con Lisoni che ha delineato il profilo del grande intellettuale del 900, della sua poesia, della sua narrativa e del suo cinema di poesia definito come “Lingua scritta della realtà”.

Lisoni

È stato tracciato il percorso artistico pasoliniano, dalla sua prima poesia scritta all’età di 7 anni fino all’ultimo tremendo e bellissimo film Salò, mettendo in evidenza il conflitto esistenziale che lo ha accompagnato per molto tempo, definito da molti polemico eretico profeta, un artista forse alla ricerca di un dialogo con il Divino.

L’elemento del sacro è stato il filo conduttore dell’evento al MuVi, sacro come filo che lega la trama delle opere di Pasolini, sacro come forza dirompente che scardina l’ordine costituito delle cose.

“La ricerca del sacro in Pasolini – ha ricordato Rosella Lisoni – investe la poesia, il romanzo, il cinema e diviene in lui ricerca formale, superamento delle forme canoniche di scrittura, come se anche attraverso il linguaggio Pasolini fosse in grado di approdare al sacro. Ricerca supportata dal suo infinito sperimentalismo linguistico che lo vede attento a ricreare un linguaggio e con esso una realtà nuova, a ricreare una nuova forma, che altro non è che una nuova forma di vita”.

Interessante è stata la presentazione del cinema pasoliniano da Accattone a Salò, un cinema poetico a tratti onirico in cui i luoghi e i corpi degli attori diventano i protagonisti del film in cui si parla di Edipo per accennare alla condizione di “diverso” dell’autore, in cui Medea diviene la rappresentante del sacro; in cui la figura del Cristo del Vangelo secondo Matteo ha tratti rivoluzionari, un Cristo che vaga nel deserto senza sosta che è “venuto a portare la spada, non la pace”, in cui  il protagonista di Teorema, l’ospite che irrompe nella vita della famiglia borghese milanese, rappresenta l’elemento del sacro, la cui mancanza genera turbamenti e psicosi, scardina l’ordine costituito”.

Una giornata all’insegna della cultura che ha evidenziato la poetica e il pensiero del più grande intellettuale del 900 che merita di non essere dimenticato.

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