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Montefiascone, una retrocessione prevista

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A distanza di qualche giorno dalla sconfitta finale della squadra di calcio locale, fare riflessioni sul campionato è più facile con la mente libera da ogni sentimentalismo.

Innanzitutto vanno ringraziati i ragazzi che, in campo, per tutto l’arco del campionato, hanno sempre dato il meglio di se stessi senza mai tirarsi indietro, dimostrando di saper giuocare e competere anche in categorie superiori, oltre ad un forte attaccamento alla maglia e tanta voglia di portare alti i colori della città.

Tanto impegno, però non ha dato i frutti sperati!

Alle buone qualità calcistiche dei singoli ragazzi non è corrisposta un’adeguata valorizzazione con un giuoco di squadra capace di saper ben difendere in difesa, di essere un buon filtro a centro campo, di essere pungente in avanti.

In tante partite, come anche qualche dirigente ha constatato, la squadra, pur avendo buone individualità, dimostrava di non avere un giuoco valido ed efficace tanto da arrivare ai traguardi positivi che impongono, in campo, solo vittorie; per arrivare alle vittorie, da una parte è necessario realizzare goal e dall’altra non prenderli.  

La retrocessione del Montefiascone non la si deve attribuire alla sconfitta nello spareggio con il Canale Monterano, ma a tutte quelle partite, circa diciassette, perdute in modo assurdo durante il campionato.

La squadra alla fine del campionato non si doveva trovare nella sfera medio bassa della classifica. Chi di dovere del Montefiascone, anziché leccarsi ora le ferite, avrebbe dovuto provvedere con appropriate decisioni già all’inizio del girone di ritorno, quando s’intravedeva, classifica alla mano, che il modulo di giuoco praticato dalla squadra non l’avrebbe portata lontano.

Serviva uno scossone che non c’è stato; speriamo che questa retrocessione aiuti la squadra e la dirigenza a migliorare.

Tuttavia, non resta che appellarsi ad un’ultima speranza, il ripescaggio, con l’aiuto di quella fortuna che per l’intero campionato è stata molto lontana dalla formazione giallo verde.

Pietro Brigliozzi

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