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LA COMPAGNIA DEL CARMINE NEL 1699 A TOSCANELLA

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Nell’archivio dei Padri Agostiniani di Roma si trovano alcuni documenti del loro convento nell’allora Toscanella. In particolare c’è una lettera del 1699 inviata dalla Compagnia del Carmine di Tuscania alla Sagra Congregazione dei Vescovi e dei Regolari, istituita per obbedire alla Bolla di Papa Innocenzo X circa Statum Regularium, lo stato dei Regolari.

“Eminentissimi e Reverendissimi Signori, l’officiali e fratelli della Compagnia del Carmine della Città di Toscanella umilmente espongono alle Eminenze Vostre come ab immemorabili hanno l’uso e godono la Cappella fatta dalla casa Cavetani con l’Altare della Madonna Santissima del Popolo, ivi esistente, posta nella Chiesa dei Padri di S. Agostino di detta Città e gl’officiali sempre l’hanno posseduta di tutte le suppellettili necessarie, con ritenervi un credenzone con sue chiavi per conservarle, senza che i Padri vi si siano mai ingeriti e vi abbino mai preteso, nonché hanno ius (un diritto) alcuno; di più mantengono e fanno officiare detto altare con le sue elemosine offerte da Fratelli e altri, con le quali nel giorno della festa e in alcune solennità e tempi, fanno anche cantare e celebrare le Messe di detti Padri con pagargli l’elemosine e ogni funzione da loro fatta in ciò che domandano, e anche più di quello se li deve, non essendo gravati in cosa alcuna nelle cere, spese e utensili, occorrenti per la celebrazione delle Messe, e altro in servigio di detta Cappella. E perché, Eminentissimi Signori, detti Padri Agostiniani, per loro particolari fini, tentano oggi de facto rimuover la Sagra Immagine della medesima Cappella, e riporla nell’Altar Maggiore di detta Chiesa contro il jus e possesso che vi hanno gli officiali e la detta Casa Cavetani, supplicano riverentemente le Eminenze Vostre a degnarsi ordinare che, sopra di ciò, non si innovi cosa alcuna”.

In effetti il priore Fulgenzio Pocci aveva costruito i nuovi altari ed aveva fatto lasciare un’apertura nell’altare maggiore, per mettere in risalto l’immagine quattrocentesca della Madonna dipinta da Valentino Pica, rivolta al popolo, con il retro l’immagine dell’agostiniano San Nicola da Tolentino rivolta al coro dei Padri dietro l’altare.

Arrivò quindi la risposta agli Officiali della Compagnia del Carmine di Toscanella ed agli Agostiniani: “Pater Generalis faciat omnino (del tutto) restitui (siano restituite), scilicet (si intende) lampadas, argentas, gemmas. Ita reperitur (così si decide) in parvo Regesto (registro) Sacre Congregationis negocijs et consultationibis Episcoporum et regularium praeposite. Gabite die X Iulis 1699 In quorum fidem. Rome die X  Mensis dicti Anni Cardinalis De Carpineo Gaspar (Gaspare Carpegna del Montefeltro) miserat (aveva inviato) diu (già da lungo tempo) episcopus Sanctae Sabinae Sanctae Romanae Ecclesiae”.

Quindi i Padri Agostiniani riconsegnarono tutti gli oggetti agli officiali della Compagnia del Carmine, poi, con l’accordo tra Padre Fulgenzio Pocci e la famiglia Cavetani, il bellissimo quadro fu comunque posto in alto in modo da poter essere ben visto e ammirato dai devoti cattolici.

Ora la Pro Loco di Tuscania ha posto nuovamente nell’altare maggiore della chiesa la copia del quadro della Madonna del Carmine, detta anche del popolo, del soccorso e della misericordia.

Mauro Loreti

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