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Le famiglie Nodler ed Eusepi e la venerazione della Madonna Addolorata

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Già dal 1772 e fino al 1785  Don Isidoro Eusepi fu uno dei canonici della cattedrale di San Giacomo Maggiore Apostolo di Toscanella, così allora si chiamava Tuscania. La sua famiglia proveniva dalla zona di Urbino . Nel 1776  l’austriaco Cristoforo Nodler, figlio di Paolo, nato nel 1737, cittadino di Toscanella, dopo aver sposato  l’8 febbraio 1773 Maria Domenica fu Matteo Briganti di Canino, nata nel 1747, nel viaggio di nozze, visitando il più antico santuario mariano della regione, in  un convento di frati,  a Marienthal di Haguenau, in Alsazia, attualmente in Francia,  fu colpito con la moglie da una scultura lignea di Maria Vergine Addolorata, eseguita da uno dei confratelli monaci canonici regolari Premostratensi , perché insediati a Prémontré, detti anche Norbertini in quanto  fondati da San Norberto.   L’acquistò e la  portò  a Tuscania dove , in un’apposita piccola  cappella  del suo palazzo in via del Macello, poi via Ercole Consalvi,  ora via Guglielmo Oberdan, veniva venerata dai suoi familiari. Il palazzo si trova in fondo alla via della Piaggia della Cattedrale, ora via Giuseppe Garibaldi,  sulla sinistra : lungo il muro esterno si ammirano due sculture del fiore della vita: racchiudono in loro la perfezione, la creazione ed il suo completamento. Sono il simbolo di equilibrio, armonia e protezione.    

La costruzione dell’immobile è su una struttura del 1200 , rimaneggiata successivamente con ristrutturazioni ottocentesche ed una sopraelevazione degli inizi del 1900 ad opera di Umberto Eusepi. Cristoforo era un  valente falegname che veniva chiamato per lavori e restauri anche nelle chiese di Toscanella. Nel 1773  nacque il loro primo figlio Paolo, poi Angela Rosa , nel 1775 Margherita, nel 1782 Veriano e nel 1789 Rufino. Una volta all’anno nel giorno del venerdì santo, concedevano che la statua , su un apposito trono, venisse portata processionalmente per le vie della città. Allora i tuscanesi potevano ammirare l’espressione celestiale ed il profondo dolore del  suo volto, solcato dalle lacrime, e  divenne pertanto la regina di Tuscania. Nel 1779 Cristoforo eseguì  lavori di falegnameria per le finestre della cappella dei Santi Martiri Secondiano, Veriano e Marcelliano nella Cattedrale di San Giacomo per conto della Comunità di Toscanella che aveva il giuspatronato .  Il primo aprile 1787 fu redatto  , nell’aula Magna del Palazzo Comunale, l’istrumento d’ammissione di quattro nuovi consiglieri aggregati: Giovanni Francesco Persiani fu Antonio, Cristoforo Nodler fu Paolo, Domenico Paoletti fu Giovanni Vincenzo e Giovanni Francesco Eusepi fu Pietrantonio. Essi promisero e si obbligarono di assumere il grado tanto di cittadini quanto di Consiglieri Pubblici e di esercitare le rispettive loro onorificenze comunitative, rimosso ogni amore, odio, livore , di operare, per la Comunità ed il Pubblico, tutte le cose utili e di  tralasciare le inutili. Cristoforo fu consigliere comunale dal 1787 al 1814. Dal 1800 al 1807 Giovanni Francesco Eusepi fu anch’egli consigliere comunale, assessore e giudice deputato alle accensioni delle candele per le aste pubbliche e nel 1806 fu l’incaricato comunale della Depositeria.  Nel 1796  aveva preso in affitto una mandra di 20 rubbi , ettari 37, a Pantalla a scudi 22,50 all’anno e vi piantò 107 olivi  e vari alberi da frutta. Nel 1796 il Preside della Provincia del Patrimonio di San Pietro in Tuscia , Gaudenzio Antonini da Ostra (AN), a tenore dell’istanza fatta dalla Comunità di Tuscania, elesse e deputò Cristoforo Nodler e Ferdinando Magliani  per Capitani della Fiera che si svolgeva nel Campo omonimo ,vicino al fiume Marta, colle opportune facoltà di conoscere e decidere  tutte le cause civili e criminali eccettuate le cause capitali e di altre pene gravi.  Nello stesso anno anche Cristoforo fu uno degli assegnatari di una mandra di 20 rubbi (ettari  37) da parte del Gonfaloniere e degli Anziani, assessori, del Comune di Toscanella e pagava per l’affitto scudi 22,50 all’anno. Dal 1801 al 1808  Don Paolo Nodler fu uno dei sacerdoti che partecipavano alle riunioni del capitolo della Cattedrale di San Giacomo Apostolo Maggiore e nel  1803 fu uno dei deputati ecclesiastici nelle riunioni del Consiglio comunale. Nel 1804 era il camerlengo, l’amministratore della Cattedrale . Dal 1804  al 1831 Veriano Nodler fu consigliere comunale  ed ebbe anche gli incarichi di giudice della candelazione degli appalti e di assessore. Nel 1808 nel monastero di San Paolo viveva la vita religiosa suor Angela Rosa Nodler. Dal 1807  al 1815 Veriano esercitò anche la professione di notaio . Nel 1809 fu formato il corpo municipale del Comune di  Tuscania, capoluogo del cantone durante l’occupazione francese, e Cristoforo fece parte del gruppo consiliare. Nel 1810  Don Paolo  fu deportato, con altri  sacerdoti tuscanesi,  a Parma dal governo napoleonico  transalpino considerati refrattari, perché non prestarono il giuramento, in forma illimitata, ordinato da Napoleone. Nel 1811 in uno specchio dei Canonici in esilio si legge che Don Paolo dimostrava buoni costumi e condotta ottima. In seguito da Parma fu spostato a Bastia in Corsica.  Tornò a Toscanella dopo il 1814 e ricoprì  ancora l’incarico di canonico del capitolo della Cattedrale fino al 1826. Nel 1812 Rufino Nodler , possidente, si sposò con Teresa Marcelliani anch’essa possidente di anni 18, figlia di Camillo e di Barbara.   Furono testimoni il geometra Carl’Antonio Marcelliani fratello della sposa e Veriano Nodler  fratello dello sposo. Nel 1814 Rufino assunse la carica di depositario Comunitativo per esigere tutte le rendite della Comunità. Il 23 novembre si radunò nella sagrestia della cattedrale il capitolo per parlare del nuovo erigendo seminario di Tuscania nel convento di Sant’Agostino e fu proposto, come deputato dello stesso Capitolo per il suddetto seminario, secondo le diposizioni del Sacro Concilio di Trento, il canonico Don Paolo che fu eletto a pieni voti. Veriano  ed il priore Giovanni Battista Tozzi  furono incaricati di far eseguire subito i lavori necessari per le scuole e la camerata del seminario; nello stesso anno Don Paolo fece parte del consiglio direttivo e Veriano era assessore comunale. Il gonfaloniere del popolo Pietro Paolo Brunacci e l’altro assessore Camillo Marcelliani, suocero del loro fratello Rufino, il 24 novembre furono ricevuti dal vicario generale di Toscanella,  Francesco Antonio Turriozzi , nella curia del palazzo vescovile, e dichiararono di acconsentire volentieri affinché un podere delle mandre, in località Pantalla, rimanesse al Seminario per avere delle entrate economiche. Aggiunsero che il Comune  avrebbe  concesso anche un contributo annuale in denaro. Nel 1815  Cristoforo aveva 81 anni e viveva con la moglie Maria Domenica Briganti   di 69 ed i figli Paolo di 41 sacerdote, Veriano di 33, Margherita di 30, Rufino di 29 con sua moglie Teresa Marcelliani di 21e le piccole figlie Maria Anna di 3 e Maria Rosa Maria di 1. Nel 1818 nacque anche Maria Domenica. Le tre sorelle Nodler avevano tutte per  primo il nome di Maria, altro segno della grande devozione della famiglia alla Madonna!  Nel 1816 Maddalena Luchetti  di 40 anni,vedova di Giacomo Eusepi  viveva nella casa paterna con i fratelli arciprete Giuseppe Luchetti di 42, Cosma computista di 34, Eufrasia di 29 e i figli Pietro Antonio di 15 ed Isidoro di 13. Nel 1816 Veriano Nodler era ancora  consigliere comunale di Tuscania ed ebbe anche l’appalto  fino al 1822, da parte della Reverenda Camera Apostolica dello Stato Pontificio ,  del dazio e della gabella del macinato nella Delegazione di Rieti; contemporaneamente il tuscanese Vincenzo Persiani ebbe quella di Viterbo.  Nel 1819 nel palazzo viveva  anche Maria Rosa Mormuili che collaborava con la numerosa famiglia. Nel 1821 Don Paolo faceva ancora parte del capitolo della cattedrale ed anche della Congregazione che amministrava il Seminario. Nel 1822 morì a Toscanella il canonico Francesco Antonio Turriozzi ed il canonico Paolo Nodler continuò il suo manoscritto sulla storia di Tuscania, inserendo le notizie del vescovo Severoli ed iniziò quelle del vescovo Gaspare Bernardo Pianetti del 1826.  Dal 1824 al 1826 anche Don Pietr’Antonio Eusepi fu un canonico della cattedrale.  Nel 1827  Veriano Nodler fece parte di una commissione  insieme al fratello Don Paolo, uno dei deputati del Clero, che consultò persone esperte di pubblica economia e di agricoltura, per formare un piano per il riordino dei pascoli comunali invernali ed estivi e della Macchia Riserva per l’utilità della cassa comunale e per lo viluppo dell’agricoltura. Fecero parte anche di una commissione del consiglio comunale di Toscanella  per ripristinare, nelle terre, l’antico sistema della terzeria per essere di profitto agli agricoltori ed ai pastori. Nel 1828 i Nodler  Paolo sacerdote, Margherita, Veriano sottufficiale, la vedova di Rufino Teresa con le figlie Maria Anna, Rosa e Domenica abitavano sempre nel loro palazzo; la loro collaboratrice domestica era Maria Rosa Innocenti. Veriano Nodler e Vincenzo Campanari formarono una commissione comunale per la riapertura dei seguenti guadi del fiume Marta : Cinto , delle Scalette, del Campo della Fiera e  del Capecchio : Fontanile delle Donne detto il Fontanaccio. I guadi furono ripristinati e permisero a chiunque di portarvi a macerare il lino e la canapa. Sempre nel 1828 Veriano e Don Paolo ebbero l’incarico di sistemare la macchia del bosco ceduo “Riserva”  e presentarono una relazione nell’anno seguente, che prevedeva la fida del bestiame , il taglio della legna e la produzione del carbone . Le spese si riferivano ai canoni, alle tasse, ai salari dei guardiani, alla manutenzione del fontanile e delle fratte divisorie. Proposero di mettere a semina a grano 100 rubbi (ettari  185) per un triennio, distribuendo tra i campagnoli domiciliati a Tuscania 1 rubbio (ettari 1,85) per ciascuno con il pagamento di un terratico. Gli altri 400 rubbi (ettari 740) furono affidati agli allevatori di bovini, vaccini e cavallini col pagamento di una corrisposta.  Nel 1833 Veriano era l’Esattore comunitativo della città. Nel 1834 Maria Anna Nodler si sposò con Isidoro Eusepi, il quale andò ad abitare nel palazzo della moglie. Piacque loro tanto l’immagine della Madre del Cielo e continuarono a tenerla fino al 1839 quando lo zio Veriano, facoltoso, comprendendo il desiderio della popolazione, completò  a sue spese la cappella dedicata alla Vergine Madre Addolorata, con la collaborazione  di uomini pii,  nella chiesa di San Giovanni Battista Decollato, dove fu posta la statua per la venerazione di tutto il popolo tuscanese.  Dal 1836 al 1843  Isidoro Eusepi partecipava ai consigli comunali come procuratore del conte Tommaso Fani.  Nell’elenco dei proprietari dei fondi rustici di Toscanella del 1846 vi sono Nodler Paolo e Marianna Nodler in Eusepi nei fondi urbani,  Don Paolo Nodler in quelli rustici  ed in entrambi i fondi Isidoro Eusepi. Nel 1848 nel periodo della Repubblica Romana Isidoro Eusepi fu il capitano Civico per alcuni mesi. Nel 1849 egli chiese l’affrancazione della servitù del pascolo  gravante sul  terreno  in località Grotta Cianfrogna, vicino al fosso Capecchio, con il pagamento di 13,75 scudi all’anno.  Nel 1850 l’esperto d’arte Tommaso Minardi  scrisse che la tavola del pittore Scalabrino da Pistoia che rappresenta il presepe, nella chiesa di Santa Maria del Riposo, era di proprietà della famiglia Nodler. Nel 1855 Isidoro Eusepi coltivava un terreno in località Pietrella di proprietà della Confraternita della Misericordia. Nello stesso anno gli Eredi Nodler  in località Pantalla,  produssero 141 quintali di grano dei quali 25 furono utilizzati per la semina.  Nel 1868 furono ornati il soffitto e le pareti della cappella della Madonna Addolorata nella chiesa di San Giovanni con pitture artistiche.  Dal 1870 al 1873 Isidoro Eusepi fu consigliere comunale e nel 1871 fece parte di una commissione  per la compilazione  di un nuovo regolamento per conservare il bosco “Riserva”  tutelando le giovani piante contro i denti delle bestie. Dal 1876 al 1878 Antonio Eusepi ebbe l’appalto della riscossione del Dazio e del Consumo comunale e governativo con la sicurtà  solidale di Raffaele Spagnoli. Fu anche guardia comunale. Nel 1898 Serafino Eusepi era uno dei sarti e preparò anche le divise per le guardie comunali, fu anche il Presidente della Cooperativa dei sarti tuscanesi dal 1904. Nel 1901 Domenico Eusepi affrancò un piccolo terreno, in località Coste di Capecchio, dalla servitù del pascolo.  Il segretario comunale Giuseppe Cerasa, nella morte di Nazzareno Eusepi che era stato suo coetaneo e compagno di scuola,  scrisse che era morto in giovane età come il fratello lavorando nelle paludi pontine. Il 16 settembre 1923 il popolo tuscanese e i tanti agricoltori e lavoratori  incoronarono la Madre dei Dolori: il cardinale tedesco Ehrle, a nome del Capitolo Vaticano,  pose sul capo della Vergine Maria una corona aurea che fu offerta da Luigi Brannetti, su interessamento dell’allora parroco Don Domenico Brizi che, poi, fu vescovo di Osimo e Cingoli, auspice il vescovo diocesano Emidio Trenta, devotamente presenti i vescovi viciniori, il clero ed il popolo osannanti.  Fu invocata la materna protezione! Nel 1925 nel palazzo Nodler Eusepi vivevano  la vedova di Eusepi Pietro Antonio : Teresa Spagnoli, fu Raffaele e Francesca Manzi, ed i figli : Umberto,calzolaio e negoziante di scarpe,  Maria, Serafino, Francesco e Raffaele negoziante di merceria , poi impiegato dell’Esattoria e valido direttore , da tutti apprezzato, della banda musicale di Tuscania  che è anche oggi a lui intitolata . Questo il ricordo della nipote Ambra Loreti  :” Raffaele Eusepi fu direttore della Banda cittadina  per più di 20 anni. Tante le sue partiture adattate per i vari strumenti  . Pubblicò “Il canzoniere del fante” con brani patriottici rielaborati per banda e dedicato ai suoi commilitoni  della Grande Guerra . Scrisse anche un’operetta, “Niccolò III”, facendo suonare alcuni pezzi  anche alla Banda. Per ciascun musicista fu non solo maestro ma anche un padre, un fratello maggiore. Raffaele Eusepi, mio nonno, ha accompagnato , insieme alla Banda , la Madonna Addolorata innumerevoli volte nelle varie processioni. Per lui che era nato nella casa dove la sacra immagine soggiornò appena giunta a Tuscania, il culto dell’Addolorata era particolarmente sentito, così come per tutti i cittadini di Tuscania, devoti alla loro madre celeste.”  Umberto si sposò con Carolina Venturini,.Nel 1945 fu costruito un trono, su disegno dell’architetto Mirri di Roma, che fu intagliato e costruito dall’ebanista Mario Ranelli il quale fu coadiuvato dall’altro ebanista Francesco Mattei e dall’elettricista Astilio Scriboni.  Oggi vivono con devozione e con un grande ricordo gli eredi dei Nodler e degli Eusepi ed in particolare i nipoti di Francesco e Chiara Vitangeli  : Massimo e Liana Eusepi figli di Franco e Oriella Pasetti  ;   Vittorio e Chiara   figli di Anna Maria  e   Giovanni   Costantini a Roma; i nipoti di Raffaele e Maria Imperi : Ambra e Mario figli di Fiorella e Pietro Loreti a Tuscania  e Luca, Raffaele ed Emiliano figli di Alberto  Eusepi e Luigia Scriboni  a Grosseto. Un ruolo particolare hanno rivestito e rivestono gli Araldi ed i loro   presidenti ed i direttori del trasporto che si sono avvicendati nel tempo: Luigi Brannetti, Marcelliano Falleroni, Pericle Scriboni, Guido Brachetti che ebbero entrambi gli incarichi ed a seguire l’attuale presidente Arnaldo Veruschi e i direttori del trasporto Giorgio Venturini, Antonino Fabiani e Domenico Mattioli. L’assistenza religiosa è stata sempre assicurata, con molta cura, dai cappellani Don Teodosio Laurenti, Don Alessandro Aureli, Monsignor Domenico Brizi, Don Dario Nardi, Don Pino Vittorangeli, Don Ugo  Falesiedi, Don Pino Scarito, Don Luca Fratini, Monsignor David Maccarri e Don Pierpaolo Fanelli. Il 20 novembre 2022 il vescovo Lino Fumagalli aprì la porta Santa del Santuario diocesano dell’Addolorata nell’anno santo giubilare, presenti il Rettore Monsignor Maccarri , il parroco Don Pierpaolo , Don Michele Contadini ed altri sacerdoti, gli Araldi, le Autorità , il popolo e la Corale “Maria Moretti Vignoli” diretta dal maestro Alessandro Gioia , in preparazione alla festa del centenario dell’Incoronazione della Madonna,  avvenuta il 16 settembre 1923.

Mauro Loreti

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