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Il tavolo per la pace di Viterbo ricomincia da 3

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“Non c’è pace senza giustizia”: è comprensibile a tutti. Ma quando si tratta di passare ai fatti non c’è più nulla di meno facile. Da oltre sei anni il Tavolo per la Pace di Viterbo (di cui fanno parte 13 associazioni e singoli/e cittadini/e) propone alle istituzioni locali, al Comune
capoluogo e alla Provincia, di riconoscere la cittadinanza alle bambine e ai bambini nati nel nostro territorio da genitori stranieri in regola con le (sempre più restrittive) norme nazionali in fatto di immigrazione. Un conferimento ‘onorario’, certo – perché non esiste (ancora!) una legge nazionale basata su principi più equi quali lo jus soli, lo jus culturae o lo jus scholae, dopo anni di rimpalli fra maggioranze e minoranze parlamentari – ma di grande valenza simbolica e di concreta solidarietà giuridica per chi viene a lavorare, a studiare, a cercare una vita decente nel nostro Paese.


In tutti questi anni, nel viterbese, né centro-sx né centro-dx hanno trovato il coraggio e la lungimiranza necessari per un atto di elementare civiltà. Non è così per almeno 600 altri comuni italiani, tra cui quello di Formigine (MO), come ha testimoniato Simona Sarracino, sua vice sindaca, intervenendo il 4 novembre al convegno CondiVivere la città, promosso dal Tavolo presso la sala Brutti della parrocchia Sacra Famiglia.


La sala era gremita, a creare una giornata di partecipazione intensa – fatta di approfondimenti su dati reali – aperta dai saluti dell’ospite don Luca Scuderi e introdotta da Alyce Lukusa e Ada Tomasello; cui è seguita una documentata relazione del dott. Luca Di Sciullo, presidente del
Centro Studi IDOS, che ha presentato il Dossier Statistico Immigrazione 2023, distribuito ai presenti.
A seguire sono intervenuti: Mauro Sarnari dell’UNICEF, Rita Squarcetta di AUSER, Sonny Olumati dell’associazione Italiani Senza Cittadinanza – che non ha mancato di ricordare il generoso impegno di Omar Neffati, operatore di ISC nel Viterbese –, Saliha Hdjali, madre
algerina di due figli nati in Italia, la presidente dell’ARCI Cipriana Contu, Piero Arcangeli di Rifondazione comunista. E, soprattutto, i tre amministratori che hanno accolto l’invito del Tavolo: Ruggero Grassotti sindaco di Vitorchiano, Sabrina Sciarrini vice-sindaca di Vignanello e Ugo Pierallini vice-sindaco di Bassano Romano: è da loro, che ben conoscono la realtà del territorio – e dai consiglieri di opposizione di Civita Castellana – che ripartirà l’iniziativa a tutto campo del Tavolo.


“Certo, l’obiettivo della cittadinanza onoraria è solo un momento di un lungo percorso, ma è un passo di rilevanza primaria, perché è nell’età infantile e adolescenziale che si creano le relazioni decisive e durature per il superamento di stereotipi di etnia, di cultura, di genere; è solo dalle nuove generazioni, che crescono nella ricchezza delle differenze e praticano quotidianamente lo scambio culturale, che possono nascere una società e una storia diverse, da cui siano espulse la guerra e la violenza, in particolare quella che stanno subendo oggi migliaia e migliaia di bambini palestinesi, contro ogni diritto internazionale e umana pietà” ha concluso Mario Di Marco, rappresentante di Caritas diocesana e portavoce del Tavolo.
E’ seguita una squisita “multi-cena”, preparata da signore senegalesi, nigeriane, maliane, siriane e afghane, un momento di “buona” ed attiva convivialità.

Diego
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