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Massimiliano Latorre racconta la vicenda dell’Enrica Lexie

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Massimiliano Latorre, uno dei due marò accusati di aver ucciso due pescatori ha raccontato, con voce a volte strozzata dall’emozione, la vicenda dell’Enrica Lexie, la petroliera italiana sulla quale i due militari del battaglione San Marco – Latorre e Girone – erano in servizio anti-pirateria.

Nella sala della Provincia, di via Saffi, Massimiliano Latorre ha presentato  il suo libro “Il sequestro dei Marò”, scritto in collaborazione con l’ex segretario e coordinatore di Democrazia Proletaria  Mario Capanna, in cui racconta un’esperienza drammatica durata dal 2012 al 2022.

Presenti, fra gli altri, l’ex sindaco Giovanni Arena, Umberto Fusco, Maria Rosetta Virtuoso. Al tavolo Giulio Marini e Antonio Leonetti che ha avuto l’onore di presentare al pubblico l’ospite moderato dal giornalista Nicola Savino. 

Era il 15 febbraio 2012 quando al largo delle coste del Kerala, Massimiliano Latorre e Remo Girone, fucilieri di marina italiani in missione, per proteggere la nave in acque a rischio di pirateria, sparavano in acqua in direzione di un’imbarcazione indiana. Da questo momento per i due marò sono iniziati i guai, conclusosi solo il 31 gennaio 2022, quando furono assolti dal GIP di Roma. 

Un video estremamente toccante che ha raccolto pensieri e testimonianze del l’infausto evento ha aperto la serata. Latorre ha detto: “Mi ricordo quella mattina come fosse ieri… pochi istanti che mi hanno cambiato la vita per sempre. Era il 15 febbraio 2012. Non è facile comprendere ciò che successe dopo. Evidentemente il nostro destino era già stato deciso. Nacque in me la sensazione di non essere più libero. Sapevo di trovarmi dentro qualcosa più grande di me. Ero convinto della mia innocenza. Mio padre diceva di fare affidamento sulle mie forze. E così feci.  La forza la trovai anche nelle parole che mi scrisse Paola, quella che sarebbe poi diventata mia moglie. Arrivò la notizia che potevamo tornare. Il ritorno dall’India sembrò una luce nel buio. L’11 marzo arrivò la notizia che non saremmo tornati in India. Ma il 21 marzo, al contrario, (con un governo guidato da Monti con ministro della difesa  l’ammiraglio Giampaolo Di Paola), ci fu ordinato di rientrare in India, rischiando la pena di morte. L’Italia ci aveva rimandato là. Alla fine di agosto 2014 ebbi un attacco ischemico che mi sconvolse. Tornai in Italia ma non mi ricordo nulla di quel momento. Il 30 gennaio 2022, 10 anni dopo, arrivò la sentenza di archiviazione. Nacque così il desiderio di raccontare la verità dei due presunti pescatori morti cremati cosa che non permise il recupero dei proiettili che ne aveva  procurato il decesso”. 

Giulio Marini ha commentato: “A volte lo Stato italiano ha la tendenza a nascondersi, anziché  fare luce sulla vicenda. La città di Viterbo si è unita subito nella difesa dei marò. Fu messo uno striscione a Palazzo dei Priori, vi fu una manifestazione con centinaia di viterbesi per esprimere solidarietà ai marò. È stato gravissimo per i due militari essere accusati di omicidio e l’Italia, per seguire strani corridoi, non difese come doveva i suoi militari. Ci vuole decisione a governare. La politica nel caso di Latorre e Girone non ha fatto tutto ciò che doveva fare”.

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