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Strage delle Fosse Ardeatine, dei 335 morti 13 erano originari del viterbesi

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Oggi, 23 marzo, ricorre com’è noto il 78° anniversario dell’azione di guerra da parte dei gruppi di azione patriottica di via Rasella, nel quale morirono 33 soldati tedeschi. La rappresaglia tedesca fu terribile e sfociò il giorno seguente con l’eccidio di ben 335 italiani, civili e militari (strage delle Fosse Ardeatine).

«Tra questi, – ricorda  Nello Marignoli (Anpi, sezione Viterbo) – 13 erano originari del viterbesi, ovvero nati altrove ma operativi nella zona. Di questi tredici parleremo domani 24 marzo.

Oggi vogliamo ricordare uno di loro, un giovanissimo che trovò la morte quando aveva compiuto 21 anni da un solo giorno.

Alberto Cozzi era nato il 23 marzo 1923 a Roma, da genitori originari di Castel Cellesi (oggi frazione di Bagnoregio). E proprio a Castel Cellesi, presso alcuni parenti, si rifugiò quando comprese di essere stato individuato e ricercato in seguito ad alcune azioni di sabotaggio compiute all’interno della formazione Stella Rossa. A Castel Cellesi continuò ad essere operativo con la banda partigiana Colleoni ma, tradito e arrestato, fu condotto a Roma, torturato e rinchiuso a Regina Coeli. Da qui fu poi prelevato per essere ucciso insieme agli altri 335 martiri delle Fosse Ardeatine.

Ad Alberto è stata conferita  la  medaglia d’ora, a Castel Cellesi gli è stata dedicata una scuola elementare e, a Roma, una via».

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