Viterbo, familiare detenuto bloccata con droga a Mammagialla

Mammagialla

USPP Lazio: più unità cinofile in supporto agli istituti penitenziari

“Ennesimo tentativo ieri mattina di introdurre degli stupefacenti questa volta al carcere di Mammagialla e stata bloccata grazie ad un’attività dell’unità cinofili della Polizia Penitenziaria unitamente al Comando della Polizia Penitenziaria della casa circondariale di Viterbo”, dove una familiare di un detenuto, che era in procinto di fare il colloquio col proprio congiunto ristretto nel carcere di Mammagialla, e stata bloccata dopo segnalazione dell’unità cinofila presente al reparto colloqui per controllo di routine e trovata in possesso di circa un etto di hashish, per la quale è stata denunciata all’autorità giudiziaria competente.” A Renderlo noto è il segretario Regionale USPP Lazio, Daniele Nicastrini.

La notizie fa seguito  al ritrovamento di  altre sostanze stupefacenti,  avvenuti in altri istituti penitenziari della capitale, dove le unità cinofile in attività operativa sono riuscite a bloccare l’ingresso illegale di tali sostanze che rappresenta una grave questa piaga, che ha investito le carceri laziali e non solo, presupponendo anche in altre regioni, come la Campania la regia della criminalità organizzata.

Il responsabile USPP ribadisce che “Come già segnalato in altri comunicati, la situazione emergenziale del carcere di Viterbo che vive un sovraffollamento di oltre 150 % e una carenza organica di 100 unità, dove le aggressioni e atti vessatori nei confronti della Polizia Penitenziaria continuano ad essere presenti, non scalfisce la capacità degli stessi a svolgere la loro attività di controllo e prevenzione, pur lavorando in totale abbandono da parte dell’amministrazione penitenziaria.”

Anche davanti all’ennesimo reato perpetrato all’interno di un carcere questa volta da un familiare di un detenuto, interviene il Presidente USPP Dr. Giuseppe Moretti. “La piaga della droga in carcere non si ferma, se non si mettono in piedi tutti gli strumenti necessari per prevenirli.  Per questo riteniamo sia importante l’uso più capillare delle unità cinofili, che  sta dimostrando in ogni sede dove sono intervenute, che sono un deterrente importante che permette anche un’attività repressiva al reato di stupefacenti in modo allarmante anche nelle carceri. Per quanto stanno facendo i nostri agenti e le unità cinofile,  non possiamo che congratularci e ribadire che per le carceri bisogna proclamare lo stato di emergenza allo scopo di ottenere risorse straordinarie al fine di ripristinare legalità e sicurezza nelle carceri non potendo considerarle avulse dal sistema di sicurezza pubblica che lo Stato deve garantire”.