Geotermia a Latera: un progetto che presenta gravi rischi

La maggioranza dei cittadini del comprensorio del lago di Bolsena non sa che il 19 settembre la società Latera Sviluppo S.r.l. ha presentato al pubblico, tramite il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica (MASE), un progetto geotermico per la produzione di energia elettrica a Latera. Il nome della società è fuorviante nel senso che si tratta di azionisti siciliani interessati agli incentivi e niente hanno a che vedere con lo sviluppo del comune di Latera, che ha espresso un caloroso NO GRAZIE. 

La presentazione del progetto al pubblico è dovuta per legge al fine di raccogliere le osservazioni dei portatori di interesse, in particolare di coloro, privati o comuni, che per motivi diversi si ritengono danneggiati dal progetto. Una commissione del MASE valuterà le osservazioni ricevute entro i termini di legge.

Il progetto consiste in una centrale che produce energia elettrica sottraendo calore da una grande quantità di fluido geotermico (in pratica acqua con inquinanti), estratta da pozzi profondi circa 2000 metri. Il fluido geotermico, dopo aver ceduto calore, viene reiniettato nel sottosuolo a 2 km di distanza, senza che vi siano rilasci nell’atmosfera.

Il tempo per presentare osservazioni è di 30 giorni, per cui la scadenza è il 18 ottobre. Regione, Provincia e Comuni sono stati ufficialmente avvisati, ma i cittadini non ne sanno niente e il tempo corre veloce verso la scadenza. Gli uffici tecnici dei comuni sono ben attrezzati per affrontare problemi urbanistici, ma non quelli geologici del sottosuolo: in conclusione, se nessuno presenta obiezioni il progetto verrà approvato.

Purtroppo il progetto presenta gravi rischi sismici e di inquinamento dell’acquifero del lago di Bolsena, oltre che incidere sugli aspetti paesaggistici, archeologici e termali. Le associazioni ambientaliste sono dotate di esperti capaci di presentare valide obiezioni entro i termini di legge, ma la partecipazione delle istituzioni aggiungerebbe peso alle loro osservazioni. 

Se il progetto di Latera passasse, si aprirebbe la porta ad altre innumerevoli richieste già in programma che trasformerebbero il nostro comprensorio in una Larderello del lago di Bolsena. I comuni, che a causa della vicina scadenza, non hanno il tempo necessario per studiare il problema, potrebbero fare proprie le osservazioni delle associazioni ambientaliste e, se le ritengono valide, presentarle al MASE con eventuali integrazioni. 

Contiamo che tutti i comuni che hanno aderito al Biodistretto, ed altri limitrofi, si oppongano massicciamente al progetto. Deve pesare il fatto che le amministrazioni del comprensorio hanno scelto la strada del turismo di qualità e dell’agricoltura di eccellenza, escludendo lo sfruttamento industriale, pericoloso e inquinante.

Geotermia a Latera: una minaccia per i nostri acquiferi

L’impianto è composto da una centrale collegata a pozzi di estrazione e pozzi di reiniezione distanti fra loro 2 km. Il fluido estratto, che ha una temperatura di oltre 200°C, raggiunge la centrale dove cede calore per produrre energia elettrica, poi, raffreddato per la cessione di calore, viene reiniettato nel sottosuolo.

Sia i pozzi di produzione che quelli reiniezione attraversano in successione tre strati del sottosuolo: uno superficiale costituito da vulcaniti che contengono l’acqua utilizzata nelle reti potabili e irrigue; uno strato argilloso definito “aquiclude”, che secondo il progetto costituisce una copertura impermeabile, e infinepenetrano nello strato al fondo, costituito dalla roccia carbonaticache contiene il fluido geotermico. Il progetto assume che non vi sia comunicazione idraulica fra gli acquiferi superficiali el’acquifero profondo geotermico.

È un punto sul quale esprimiamo molti dubbi per due motivi. Il primo è che lo strato intermedio, presunto impermeabile, è di uno spessore molto ridotto e in alcune zone addirittura assente, il secondo è che sono presenti numerose faglie verticalizzanti (cioè piani di rottura nella roccia) che possono diventare facili vie di comunicazione fra l’acquifero geotermico profondo e gli acquiferisuperficiali. L’assenza di un’efficace separazione tra i due acquiferi è dimostrata dall’affiorare spontaneo, in numerosi luoghi, di acqua solforosa, come ad esempio lungo la strada che va da Valentano al lago di Mezzano. Questo già nell’attuale stato di equilibrio indisturbato. In presenza di pressioni o depressioni causate dell’impianto geotermico molte altre faglie, ora inattive, diventerebbero vie di comunicazione.

I pozzi estrattivi dell’impianto estraggono fluido geotermico dallo strato di rocce carbonatiche creando una zona in depressione che richiama fluido dalla zona circostante, al contrario i pozzi di reiniezione creano una zona di sovrapressione che spinge i fluidi all’intorno. Il progetto sottintende che all’interno delle rocce carbonatiche avvenga un rircircolo, ossia che i fluidi reiniettati defluiscano dalla zona in sovrapressione verso la zona di depressione riscaldandosi nuovamente lungo il percorso di 2 km.

Non è certo che il ricircolo avvenga. È probabile che le numerose faglie creino, come nel campo geotermico dell’Alfina, compartimenti stagni nelle rocce carbonatiche e che, oltre a facilitare i flussi verticali, ostacolino i flussi orizzontali e il ricircolo.

Inoltre l’acqua va e viene dove trova la via più facile. Nelle vicinanze dei pozzi di estrazione la depressione richiamerà attraverso le faglie acqua dalla falda superficiale causando un consumo del quale non abbiamo bisogno; nella vicinanza della zona di reiniezione la sovrapressione farà far risalire attraverso le faglie fluido geotermico negli acquiferi superficiali, fatto gravissimo perché tale fluido contiene sostanze cancerogene fra le quali l’arsenico. 

Non è ammissibile l’inquinamento e il depauperamento della preziosa risorsa di acqua dolce costituita dagli acquiferi del lago di Bolsena, del lago di Mezzano e del sistema fluviale Fiora-Olpeta. Inoltre, questi acquiferi sono tutelati come parte costitutiva dei rispettivi siti Natura 2000.

Associazione Lago di Bolsena OdV – Bolsena Lago d’Europa APS