Fondazione: “Da nostro evento segnali per la politica, ascoltare i viterbesi per rilanciare la città”

Paolo Barbieri

Il resoconto dell’evento “La Viterbo che vuoi tu, stavolta a parlare sono i viterbesi”, al quale hanno aderito diverse sigle sindacali e imprenditori

 

Domenica 27 marzo si è svolto il convegno di Fondazione, intitolato “La Viterbo che vuoi tu, stavolta parlano i viterbesi”. Hanno preso parte all’evento, oltre agli esponenti di Fondazione (Gianmaria Santucci, Alessia Mancini, Paolo Barbieri e Francesco Oddo), diversi volti del tessuto imprenditoriale e sindacale. Tante le sigle che hanno aderito all’iniziativa, su tutte Unindustria, Confimprese, Cna, Cisl, Silb e SlowFood. Sono intervenuti dal palco Sergio Saggini, Gianfranco Piazzolla, Luigia Melaragni, Alberto Valentini, Mario Malerba, Luca Talucci, tutti esplicitando il loro stato di preoccupazione relativo al difficile periodo che sta attraversando la Tuscia, reduce da due anni passati tra pandemia, crisi economica e, attualmente, il conflitto tra Ucraina e Russia. Tanti gli argomenti trattati nel corso dell’iniziativa: dalle infrastrutture al turismo passando per lo spostamento del mercato dal Sacrario al Carmine e le ricette per il rilancio della città. Gli interventi hanno lanciato diversi spunti interessanti che, oggi più che mai, devono esser colti dalla politica. A concludere i lavori sono stati Alessia Mancini e Paolo Barbieri, ex assessori in quota Fondazione, che hanno fatto un recap degli interventi effettuati durante il loro mandato con la giunta Arena, tracciando la linea da seguire in vista delle imminenti elezioni comunali.

Alessia Mancini

“Molti problemi – ha dichiarato Mancini – li abbiamo ereditati, ma abbiamo fatto il massimo per risolverli, battendoci duramente. Ad esempio, per quanto riguarda il personale abbiamo combattuto per ottenere la riorganizzazione, mentre per il commercio, che comprende norme regionali e nazionali e lascia poco spazio al Comune, abbiamo cercato di mantenere rapporti stretti con Regione ed enti subordinati. Mi sono battuta tre anni – ha proseguito – per portare il Suap all’assessorato al Commercio, perché reputavo folle il fatto che lo sportello per l’attività produttiva era all’Urbanistica. Inoltre, abbiamo promosso diversi progetti che, nonostante la pandemia, hanno dato lustro alla città, come ‘Viterbo città del Cinema’ e ‘Il mercato della Terra’, tutte sfidando in senso metaforico gli uffici. C’è stata, però, poca concretezza nell’azione finale. Abbiamo iniziato diversi percorsi, ora bisogna portarli in porto. Durante la pandemia abbiamo reso Viterbo una macchina da guerra, portando le cinque più grandi produzioni cinematografiche mondiali e lasciando sul territorio moltissimi introiti e risorse andati alla piccola e media impresa. Facevamo aprire gli alberghi e riattivavamo il settore in un momento di chiusura. Grazie al nostro lavoro – ha concluso Mancini –  a Viterbo avevamo raggiunto una percentuale di nuove aperture superiori alle chiusure, in controtendenza col resto d’Italia. Oggi l’80% delle telefonate che ricevo riguardano cessazioni di attività”.

GianMaria Santucci

“Per il recupero di Palazzo Donna Olimpia – ha invece detto Paolo Barbieri – avevo proposto un project financing da 12 milioni. Ora ci sono cose tecniche da sistemare, ma non è affatto vero che sia stato rigettato: sta sul tavolo ed è all’attenzione del Commissario. Per quanto concerne lo spostamento degli uffici dico che è inutile spostarli al palazzo della Banca d’Italia, con quali soldi faremmo questa operazione? E che ne sarà del palazzo dove si trovano ora, a via Garbini? I soldi ci sono per l’ex tribunale, primo e secondo piano, ma c’è l’amianto e bisogna bonificarli. Voglio ricordare poi – ha continuato l’ex assessore ai Tributi – l’opera di aggiornamento dell’inventario catastale, opera fondamentale per Viterbo, dato che eravamo rimasti anni indietro, e la mia battaglia per salvare il canile Novepani. Ai dirigenti chiedo di avere coraggio e, qualora fosse possibile, mi auguro di assistere ad un cambiamento apicale nel metodo di lavoro. Auspico infine anche l’accorpamento di molti degli assessorati ad oggi divisi, così che la prossima amministrazione possa ritrovarsi una macchina amministrativa pronta ed efficiente. Noi siamo la politica del fare, non ci piace sparare a zero come fanno altri, forse invidiosi di vederci portare a casa risultati straordinari”.