GIORGIA ON MY MIND

Ray Charles

Ci mancava la PRAVDA, una volta organo ufficiale del PCUS, che non a caso significa in italiano VERITA’, a dare a Fratelli d’Italia, un ulteriore attestato di fedeltà atlantica e di leale appoggio all’Ucraina aggredita, attaccando Giorgia Meloni nelle ormai consuete incursioni che i Russi fanno nella nostra campagna elettorale.

Così spenta la polemica, è il caso di dirlo, sulla fiamma tricolore e sui giovanili ardori mussoliniani di Giorgia; acquisita la regola che il premier sarà il leader che prende più voti nella coalizione di centro destra, resta un solo terreno scivoloso di affidabilità per un suo possibile governo, ed è l’Europa.

Naturalmente al netto delle difficoltà che si prevedono pessime in autunno e delle previsioni di fuoco amico che l’ineffabile Carlo Calenda ha già sciorinato sui media.

L’Europa dunque, e quella sfida decisiva che rappresenta per l’Italia il PNRR che nella Conferenza Programmatica di FdI a Milano, è stato giudicato necessitante di revisione, aprendo la stura ad una serie di preoccupate analisi circa la superficialità e la pericolosità di una tale ipotesi, tanto da spingere la Meloni a spiegare in una lettera aperta ad un quotidiano, che non c’è affatto bisogno di preoccuparsi.

Meloni parla di un agitar di spettri sul PNRR, come la perdita delle risorse europee, mentre il passaggio in Parlamento nell’aprile 2021 e la successiva approvazione UE nel luglio, non tenevano conto dei successivi fattori come guerra, approvvigionamento energetico, inflazione, ripresa pandemica, siccità, giustificando quindi una revisione del suo impianto.

Del resto, si ricorda nella lettera, che il mondo imprenditoriale e produttivo ha espresso le stesse indicazioni e che il Ministro Franco ha stigmatizzato i ritardi già accumulati, a cominciare dalla spesa di 15 mld entro il 2021, effettuata soltanto per 5,1 mld e in gran parte su progetti già in corso.

Si cita poi l’ANCE, l’associazione dei costruttori, e la sua impietosa analisi sui 783 progetti presentati di cui soltanto 177 esecutivi e cantierabili; con il 67% alla solo fattibilità ed il 73% con prezzi da aggiornare e piani economici da rifare e con la Corte dei Conti che stima al 2026, fine dei giochi, un PIL in ribasso dal 3,6 al 3,2; ed i 450 decreti attuativi da fare?

Ma in tutto ciò che c’entra il PNRR, 192 mld di cui 120 da restituire?

E’ il sistema Italia che è imballato; è la sua burocrazia autoreferenziale che accumula ritardi; è la cultura dell’adempimento che ignora quella del risultato; è la pervasività dei partiti nelle nomine delle alte sfere burosauriche, che affolla le scrivanie ministeriali e desertifica quelle territoriali di Comuni ed enti intermedi.

Insomma Giorgia Meloni si dovrebbe concentrare sul Sistema Italia, piuttosto che sull’art.21 del Regolamento 2021/241 New Generation UE che prevede revisioni, ed avrà poco tempo per farlo, perché le strozzature, le distorsioni, la proliferazione dei Dipartimenti, Uffici centrali e Territoriali, dei vari ministeri facendo il paio con le burocrazie frutto del neocentralismo regionale, rendono ogni misura del Piano quasi impraticabile ed ogni riforma non draconiana, dura e lontana dalle segreterie politiche, inefficace se non inutile. Viene da dire, rispetto ai compiti che aspettano la Premier di FdI: “T’ho nel core”, che parafrasando la Georgia di Ray Charles è: “Giorgia on my mind”.

Francesco Chiucchiurlotto