IL LAVORO?

Lavoro - lavoratore

L’art.1 della nostra Costituzione recita: “L’Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro”

Quando fu scritta, incredibilmente in sette mesi dal 2 giugno al 31 dicembre 1946, cosa fosse il lavoro era ben chiaro a tutti i Costituenti, perché le loro varie  provenienze culturali e politiche si erano formate dal Risorgimento, all’Unità Nazionale, alla Repubblica antifascista, sul concetto di lavoro come valore e diritto.

Come si interpretassero questi contenuti è altra cosa, perché le idee tracciate nella storia furono molto diverse dal socialismo utopistico, a quello scientifico, dal comunismo al solidarismo cattolico, alla mediazione socialdemocratica.

Ma schematizzando, queste correnti di pensiero rientravano tutte nella dialettica-contraddizione tra il lavoro ed il capitale, formatosi quest’ultimo dall’accumulazione del profitto ricavato dal lavoro non pagato sul valore della merce prodotta.

E’ proprio in particolare sul lavoro che si caratterizzeranno per i loro distinguo la destra e la sinistra degli schieramenti politici.

Nate durante la Rivoluzione Francese, semplicemente per il posizionamento alla destra o alla sinistra del Presidente dell’Assemblea Nazionale, le due formazioni erano più dure o più possibiliste nei confronti della monarchia e dell’ ancien règime, proprio passando dalla sinistra alla destra dell’emiciclo.

Poi quando la questione sociale si impose come prioritaria ed i movimenti operai in tutto il mondo fecero la storia delle nazioni, è a sinistra che in modo scontato e naturale la difesa del lavoro salariato, la sua evoluzione nella conquista di diritti e protezioni, trovò collocazione quasi esclusiva, in quella che fu chiamata lotta di classe.

La Rivoluzione d’Ottobre, il Marxismo-leninismo, infine l’affermarsi delle socialdemocrazie, collocavano il lavoro nella sua dialettica fondamentale con il capitale ed i capitalisti.

Ma poi il capitale si è evoluto, trasformato, globalizzato; il lavoro non contrassegna più le merci, ma sono le tecnologie produttive in costante sviluppo ed il capitale finanziario sempre più anonimo e mutevole, a determinare il nostro presente.

Finisce la lotta di classe semplicemente perché non ci sono più classi identificabili in un blocco sociale; i lavoratori, i sindacati, i partiti laburisti perdono peso politico ovunque; la sinistra al contrario della destra che mai si è posta il tema del “cambiamento dello stato di cose esistenti”, rimane senza strumenti di analisi e senza direzione politica.

Su quale lavoro oggi si fonda la nostra Costituzione? Quello immateriale, delocalizzato, smart, precario, occasionale, reddituale?

Da dove cominciare per la sinistra? Innanzitutto a spiegare quel che è avvenuto per prenderne appieno coscienza e capire come diseguaglianze e sfruttamento interagiscano, se e come l’alienazione legata al modello produttivo fordista, si sia trasferita magari nei social media, nei rapporti interpersonali schiacciati dai bisogni indotti o tra un po’ dalle performances dell’intelligenza artificiale.

Questa spiegazione intanto, la sinistra se l’ aspetta da Elly Schlein.

Francesco Chiucchiurlotto